Si è aperto in Tribunale a Modena, ma è stato già rinviato al 29 novembre, il processo a carico di un giovane originario del foggiano che, come complice di un ex sacrestano, avrebbe partecipato a un’estorsione a sfondo sessuale nei confronti di un sacerdote modenese. La vicenda risale alla fine della scorsa estate.


Secondo quanto si è appreso finora, l’ex sacrestano, che aveva prestato servizio nella parrocchia del sacerdote, ma poi era stato licenziato, avrebbe organizzato un tranello nei confronti del suo ex ‘datore di lavoro’. Avrebbe cioè convinto il giovane foggiano a fare da esca,
avvicinando il sacerdote per un contatto di carattere omosessuale: l’incontro fra il giovane e il religioso era stato filmato con una telecamera nascosta, e le riprese sono poi divenute l’arma del ricatto. Per non divulgare quelle immagini, al sacerdote sono stati chiesti 35.000 euro, e il religioso li avrebbe pagati, ma la vicenda poi è arrivata a conoscenza delle forze dell’ordine, ed è scattata l’inchiesta.

Il giovane oggi non si è presentato al processo e, attraverso il suo legale, ha presentato un certificato medico, in cui accusa stati d’ansia.
Il tribunale ha disposto l’ accertamento medico e nel frattempo ha aggiornato l’udienza. I difensori riferiscono che il giovane si dichiara innocente, e sostiene di non essere stato a conoscenza del fatto che il suo incontro col sacerdote sarebbe stato filmato: in sostanza, a suo dire, la responsabilità del ricatto sarebbe completamente dell’ex sacrestano, che sarà giudicato con rito abbreviato (la data è ancora da definire).

Intanto si è appreso che il sacerdote ricattato, che non era presente in aula, si costituirà parte civile nel procedimento giudiziario.