L’area che ospita il campo nomadi di via Baccelliera è stata permutata all’Istituto diocesano per il Sostentamento del Clero dell’Arcidiocesi di Modena e Nonantola con un terreno di circa 9.600 metri quadrati di proprietà dell’Istituto.

La permuta dei terreni permetterà al Comune di spostare le famiglie nomadi attualmente ospitate in via Baccelliera nella nuova area, che sarà attrezzata in tre sottoaree a loro volta suddivise in due micro-aree, in modo che ciascuna microarea possa essere assegnata ad una famiglia, intesa come “clan” familiare. I lavori cominceranno ad inizio estate e richiederanno alcuni mesi per la conclusione. La delibera di permuta dei due terreni è stata approvata in Consiglio comunale con il voto favorevole della maggioranza, il voto contrario dell’opposizione e l’astensione dell’Udc. Illustrando la delibera, l’assessore al Patrimonio Antonino Marino ha ricordato che “il settore servizi sociali ha programmato la realizzazione di microaree per i nomadi in sostituzione dell’unico campo di grandi dimensioni che abbiamo in via Baccelliera, anche in ragione della presenza di un traliccio.
La regione ha deliberato un bando per finanziare la realizzazione di campi nomadi e ha ammesso il progetto del Comune di Modena a finanziamento. Pertanto – ha aggiunto Marino – per un progetto di 750mila euro abbiamo ottenuto un finanziamento del 90% e quindi di 675mila euro, rendendo possibile la permuta che ci consente di ottenere un’area di proprietà dell’Istituto per il Sostentamento del Clero, al quale viene restituita la vecchia area di via Baccelliera che l’Istituto stesso aveva ceduto al Comune nel momento in cui si era costruito il campo di via Baccelliera”.
Secondo Marino la suddivisione in microaree nello spazio acquisito dall’Istituto “renderà più facile evitare situazioni di conflitto, permetterà di migliorare l’autocontrollo da parte degli stessi occupanti e di gestire gli ingressi e le uscite. Si passa da un campo unico indistinto, dove è più complesso delimitare i diritti e i doveri di ciascuno, a microcampi in cui le stesse famiglie sono in grado di vivere evitando conflitti”.

Nella nuova collocazione troveranno posto sei famiglie, quindi non tutti gli occupanti dell’attuale campo di via Baccelliera saranno quindi destinati alle nuove microaree: “Si penseranno per ciascun gruppo soluzioni appropriate, tra le quali senz’altro lo spostamento anche in altre microaree, ma non si esclude l’inserimento in alloggi per qualcuno che mostra una propensione più spiccata alla vita stanziale”.
In fase di presentazione della delibera è intervenuta anche l’assessore alle Politiche sociali Francesca Maletti, che ha ricordato come la permuta tra le aree e la realizzazione delle microaree rientri nell’ambito della legge regionale 47 del 1988 che promuove interventi di inserimento sociale, culturale, scolastico, professionale e lavorativo delle famiglie nomadi residenti in regione, in particolare interventi relativi a campi di sosta e a microaree attrezzate che favoriscono l’inserimento scolastico dei minori residenti e successivamente l’inserimento lavorativo: “Il Comune di Modena – ha precisato la Maletti – realizza quindi un insieme di azioni all’interno degli obiettivi proposti dalla Regione, le quali trovano pieno riconoscimento nell’ambito del Piano di Zona 2002-2004 e del successivo piano 2005-2007.
L’intervento del Comune di maggiore rilievo e durata riguarda l’allestimento di un campo di sosta per le persone nomadi sinti, situato in via Baccelliera”.
La Maletti ha ricordato che “il campo, originariamente predisposto per non oltre 200 persone, arrivò ad ospitarne circa 300, causa accrescimento demografico, segnalando inoltre i limiti di una convivenza collettiva non responsabilizzante i diversi nuclei sui problemi quotidiani della gestione. Il Comune di Modena pertanto ha intrapreso un obiettivo di medio periodo di superare la forma di residenzialità presso il campo, puntando alla sua chiusura, tramite la realizzazione di diverse microaree, oltre che interventi residenziali abitativi nelle situazioni di maggiore fragilità personale o familiare. Le microaree sono comunque aree di minori dimensioni, ad uso esclusivo di un singolo nucleo (formato mediamente da 20 – 30 persone), più idoneo allo sviluppo di attenzione gestionale e cura nei confronti dell’area assegnata. In secondo luogo, la politica di sostegno alla popolazione nomade Sinti ha avuto particolare attenzione ai minori nomadi, che rappresentano il 50% dei residenti del campo di via Baccelliera”.