Un percorso tra i suoni e le atmosfere musicali del Novecento. E’ quello che promette il concerto conclusivo della rassegna ‘Note di passaggio‘ in programma stasera alle 21,15, nella chiesa parrocchiale di Sant’Adriano a Spilamberto (ingresso libero).

Si esibisce il Duo formato dal violoncellista Leonardo Sesenna e dal pianista fiorentino Marco Bonechi, docente all’Orazio Vecchi di Modena dove si è diplomato anche il parmigiano Sesenna. Il programma è costituito interamente da musiche di compositori del Novecento: Arvo Pärt, Alfred Schnittke, Anton Webern e Francis Poulenc.

Curata dagli Amici della Musica, in collaborazione con Provincia di Modena e Regione, per i Comuni di Nonantola, San Cesario, Spilamberto e Castelnuovo, la rassegna si è articolata in 13 concerti, con la direzione artistica di Claudio Rastelli. Informazioni: tel. 059 216233, Amici della Musica.

Webern e Poulenc, agli antipodi in quanto a scelte musicali, sono due grandi compositori del Novecento storico, mentre Schnittke e Pärt sono tra i musicisti più conosciuti e apprezzati degli ultimi tempi. Come spesso capita nella musica di Pärt, anche Fratres ha l’effetto di trasportare l’ascoltatore al di fuori del tempo. Arpeggi ostinati, ripetizioni ossessive gradualmente variate caratterizzano questa composizione esistente in numerose versioni. La “Sonata” di Schnittke è un chiaro esempio dello stile di questo compositore orientato verso un linguaggio eclettico e comunque consapevole delle nuove correnti del pensiero musicale. La lezione dell’ultimo Schostakovich rappresenta in ogni caso il maggiore modello per Schnittke nella possibilità di governare strutture ampie e al tempo stesso comunicative. La brevità dei “Drei Kleine Stücke” e della “Cello Sonata” di Webern sono, al contrario della musica di Schnittke, esemplari della concentrazione dei mezzi espressivi: qui ogni gesto musicale ha un peso specifico forse mai eguagliato nella storia della musica. Il programma termina con la “Sonata” di Poulenc, nata nel 1948 su richiesta del violoncellista Pierre Fournier, che ne divenne il dedicatario e la suonò molte volte in concerto con l’autore al pianoforte. Articolata in quattro movimenti, anziché nei tre consueti per Poulenc, la “Sonata” è una delle opere cameristiche più ampie del compositore francese.