La sensibilità degli organi di governo dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia ha reso possibile il recupero di tre significativi dipinti ottocenteschi, eseguiti da Camillo Crespolani, che raffigurano altrettanti emblematici luoghi della città di Modena.

Da oggi, mercoledì 18 maggio, con la collocazione definitiva nella sala d’attesa del Rettorato, a conclusione dell’intervento di restauro del terzo dipinto raffigurante il Duomo e la Piazza Grande, è stata ricomposta la serie delle vedute modenesi, che facevano forse parte di un più cospicuo apparato decorativo di istantanee cittadine realizzate dall’autore a partire dal 1834.

Da recenti ricerche d’archivio sarebbe emerso, peraltro, che tutte le tre tele acquistate dall’Università, oltre al Palazzo Ducale, al Foro Boario e al Duomo con Piazza Grande, potrebbero essere identificabili con quelle commissionate da Francesco IV per la residenza del Cataio, una storica villa a Battaglia Terme nei pressi di Padova, che gli Estensi nel 1803 avevano ereditato da un ricco collezionista e mecenate veneto, Tommaso Obizzi, e che costituì la residenza estiva prediletta della corte estense.

Accanto alle rappresentazioni del Foro Boario e del Palazzo Ducale, la veduta del Duomo con la Ghirlandina e la Piazza Grande assume particolare rilievo per il significato emblematico della rappresentazione del centro cittadino, su cui si affacciano i simboli del potere religioso, costituito dalla Cattedrale, e di quello civico, identificato nella Torre Ghirlandina e nel Palazzo Comunale, nonché delle attività commerciali, colte nell’istantanea dell’ortolana che attraversa la piazza. In qualche modo nella scelta d’ambiente dell’autore si conferma l’importanza attribuita da sempre ad un luogo, che da qualche anno è stato riconosciuto dall’UNESCO come appartenente al patrimonio culturale dell’umanità.

Nella raffigurazione del Duomo con Piazza Grande, come in quella degli altri due edifici, Crespolani poté fare sfoggio delle sue qualità di esperto scenografo: attraverso un’abile regia prospettica l’edificio trova opportuna collocazione in un più ampio contesto.

Se si presta, poi, fede alla scelta di luce ed alla conseguente partitura delle ombre, dirette e portate, in riferimento al ciclo solare è possibile cogliere nelle tre vedute tre momenti diversi della giornata: nel caso del Duomo si tratta della sera.

L’intervento di restauro è stato effettuato da Zamboni e Melloni di Reggio Emilia.