C’era eroina con un principio attivo altissimo nell’involucro trovato dalla polizia accanto al cadavere di Mohamed Aloui, il tunisino di 36 anni trovato morto domenica pomeriggio nel suo letto in una delle celle del Centro di permanenza temporanea di via Mattei a Bologna.

Lo hanno rivelato le analisi compiute dalla tossicologa Elia Del Borrello su incarico del pm Antonello Gustapane.

Nel pomeriggio sul cadavere del magrebino e’ anche cominciata l’autopsia ma il medico legale Irene Facchini la concludera’ domani quando verranno eseguite le analisi sul sangue dell’uomo per avere la conferma che abbia assunto la droga. Sulla base della perizia viene ritenuto probabile che il principio attivo molto elevato possa aver creato problemi al cuore dell’immigrato non lasciandogli scampo.


Su decreto del procuratore aggiunto Luigi Persico, agenti della Questura di Bologna, intanto, hanno compiuto una sistematica perquisizione di tutti i locali di uso comune e di tutte le stanze dove alloggiano gli stranieri ristretti al Cpt di Bologna. L’operazione si e’ svolta regolarmente senza difficolta’ e non e’ stata trovata sostanza stupefacente. La perquisizione e’ stata fatta con le garanzie difensive, alla presenza di un avvocato di ufficio.
Domenica gli immigrati del Cpt di Bologna, appena scoperto il cadavere, lo avevano caricato su una barella dei volontari dell’ente che gestisce i servizi alla persone nel Cpt, La Misericordia. Dopo c’era stata un’accesa protesta, durata tre ore, da parte degli immigrati, risolta dalla polizia senza l’ uso della forza. Per alcuni dei compagni del tunisino, l’uomo non avrebbe ricevuto cure mediche adeguate.
L’immigrato venerdi’ era stato visitato due volte all’ospedale Sant’Orsola di Bologna per emorragie causate da emorroidi. Una prima volta l’uomo era stato visitato da un chirurgo con cui aveva appuntamento e, alcune ore dopo, dai medici del pronto soccorso che gli avevano prescritto una terapia antinfiammatoria e lo avevano rimandato al Cpt.
L’inchiesta della magistratura cerca di ricostruire anche gli ultimi giorni di vita dell’immigrato con la documentazione clinica delle visite mediche che aveva fatto.
Anche il prefetto di Bologna, Vincenzo Grimaldi, ieri aveva avviato un’ indagine amministrativa sulla morte del tunisino.