Venerdì 4 agosto il Governo ha approvato un Decreto legge per rispondere alla procedura di infrazione avviata dalla Commissione europea, per l’incompleto e insufficiente recepimento e l’errata attuazione della direttiva 79/409/CEE, cosiddetta “direttiva uccelli”. Il Governo italiano
deve assumere le disposizioni necessarie a rispettare le indicazioni della Commissione europea entro il prossimo 28 agosto.


Il decreto ha due immediate ripercussioni sull’attività venatoria:
· la “sospensione” delle leggi regionali, e quindi anche della recente legge n.11 della Regione Emilia-Romagna, sulla caccia in deroga, perché non
conforme alla direttiva CEE. Per la provincia di Bologna ciò comporta che, all’apertura della stagione venatoria prevista per domenica 3 settembre, i cacciatori non potranno cacciare storni, cormorani e tortore dal collare
orientale. Il cormorano era stato inserito tra le specie cacciabili in regime di deroga a partire da quest’anno visti i danni causati agli allevamenti di pesce.
· La seconda ripercussione riguarda l’attività venatoria all’interno delle “Zone di protezione speciale” (Z.P.S.). Tali zone sono istituite in aree di
pregio ambientale al fine di mantenere e ripristinare gli habitat per la conservazione delle specie di uccelli selvatici protetti dalla Direttiva.
In provincia di Bologna sono state individuate 15 Z.P.S. in gran parte coincidenti con parchi e oasi, e quindi già tutelate ai fini venatori dalle
norme relative a questi ambiti protetti. Ne esiste però un consistente numero che coincide con zone umide della pianura bolognese e che sono
inserite, in tutto o in parte, all’interno del territorio di Aziende faunistico venatorie preesistenti. Per tutte le Z.P.S. il Decreto legge governativo impone misure di conservazione inderogabili prevedendo
l’apertura della caccia a partire dalla prima domenica di ottobre anziché dalla terza domenica di settembre, così come avviene nel rimanente
territorio (non si applica però all’attuale stagione venatoria 2006/2007), la limitazione dell’addestramento dei cani da caccia a partire dalla
seconda domenica di settembre anziché dal 15 agosto come consentito dal calendario venatorio regionale, il divieto della pre-apertura il 1° di
settembre della caccia alla fauna selvatica migratoria, il divieto di ripopolamenti a scopo venatorio con fauna di allevamento, a esclusione
delle Aziende faunistico venatorie, il divieto di abbattimento delle anatre della specie “Moretta”.

Il Decreto contiene inoltre altre misure di conservazione quali il divieto di realizzazione di nuove discariche o di impianti di trattamento dei
rifiuti

Per quanto riguarda le Zone di protezione speciale la Provincia dovrà impegnarsi per far conoscere agli Enti, alle Aziende, alle Associazioni e
soprattutto ai singoli cacciatori, la loro localizzazione poiché tali zone non sono in alcun modo individuabili sul terreno in quanto non sono
contrassegnate da alcun tipo di tabellazione diversamente da come avviene invece per tutti gli altri ambiti di pianificazione faunistica. Sarà
pertanto data, prima dell’apertura della stagione venatoria e all’entrata in vigore del Decreto (prevista per la fine di agosto – primi di settembre)
la massima pubblicità nonché diffusione delle informazioni e della cartografia relativa alle Z.P.S.
Pur prendendo atto che il Decreto legge approvato dal Governo italiano è volto a scongiurare una condanna per violazione della normativa comunitaria ed elimina l’incertezza sul regime di tutela delle Zone di protezione
speciale, diventa urgente un intervento della Regione Emilia-Romagna, al fine di porre rapidamente rimedio al vuoto di strumenti legislativi che si è creato con la “sospensione” delle leggi sulle cacce in deroga, in modo da
consentire, nella maniera più opportuna, il prelievo di specie che creano particolare danno economico alle attività agricole e di allevamento.