Farsi da casa un elettrocardiogramma e comunicare i dati al medico attraverso particolari apparecchi che gestiscono la trasmissione dei dati. O ancora dialogare con il medico di base via internet, decidendo gli appuntamenti, aggiornando la scheda con il proprio stato di salute e inserendo dati sulla propria pressione.

Sono queste le straordinarie possibilità della telemedicina che presto saranno introdotte anche a Bologna e di cui si è discusso a COM-PA, il Salone della Comunicazione Pubblica, dei Servizi al Cittadino e alle Imprese in corso a Bologna.

Il Comune di Bologna, infatti, partecipa come partner a un progetto internazionale, cofinanziato dalla Ue, di sviluppo e diffusione della telemedicina: un termine coniato dagli Usa per indicare l’assistenza medica prestata da centri sanitari a pazienti lontani mediante i mezzi di telecomunicazione e d’informatica. Le prime sperimentazioni sono state condotte ad Eindhoven, Olanda, città responsabile del progetto e Southampton e ora, grazie ad ulteriori finanziamenti, sarà possibile iniziare progetti analoghi a Bologna, Genova, Viladecans e Isole Baleari (Spagna), partners dell’iniziativa. Per il Comune di Genova partecipa il Gal dell’appennino genovese che ha l’obiettivo di diffondere la telemedicina nei paesi isolati delle montagne.

“Tra poche settimane partirà il nostro piano di intervento a Bologna che coinvolgerà per il momento un centinaio di anziani, poi il numero verrà ampliato. Grazie a una piattaforma tecnologica a basso costo e facile da usare verranno offerti servizi per l’intrattenimento degli anziani (telecompagnia) e per il controllo del loro stato di salute nel caso di malati cronici (telemedicina). La cura a domicilio dei pazienti – spiega Giuseppe Paruolo, assessore alla Salute e comunicazione del Comune di Bologna – è la strada giusta da percorrere per reggere le sfide future: allungamento della vita delle persone e quindi aumento delle persone con patologie croniche. Con l’utilizzo della tecnologia il paziente può stare comodamente a casa propria e l’operatore sanitario interviene solo quando necessario pur avendo sempre sotto controllo la situazione”.

Al convegno sono intervenuti diversi esperti e alcuni relatori provenienti dai Paesi europei partner che hanno illustrato lo stato dell’arte del progetto nel loro territorio. Spiega Chris Webb, Southhampton City Primary Care Trust, Inghilterra: “Abbiamo scelto di lavorare con chi si occupa di pazienti con problemi cardiaci e cardiovascolari e il primo passo è stato eliminare la paura del computer da parte di molti pazienti e abbattere il pregiudizio che le persone anziane non sono capaci di usare le tecnologie. Abbiamo quindi lavorato con due aziende che producono apparecchi per il monitoraggio cardiaco fai da te, un apparecchio che gestisce la trasmissione dati e un orologio con un tasto per chiamare un call center cardiologico in caso di bisogno. In questo modo il paziente diventa esperto di se stesso”.

Sono intervenuti, inoltre, Ron Pullen, responsabile del coordinamento del progetto di Eindhoven; Hen Gerritse, consulente esterno del Comune di Eindhoven; Olof-Jan Smits e Paul Epping di Eindhoven; Marisa Bacigalupo, presidente del Gal, Appennino genovese; Walter Rossi, responsabile del programma Salute anziani dell’azienda Usl di Bologna; Giuseppe Sbarcati del Cup 2000 Spa Bologna; Andrea Neri, dirigente medico dell’azienda ospedaliera universitaria Sant’Orsola, Malpigli di Bologna; Laura Donisetti, coordinatore dell’ufficio Città Sane del Comune di Milano; Anna Laura Abbamondi, direttore di Montedomini Asp, comune di Firenze, e Marike Wil-Janssen di Medicinfo.