C’è anche una signora di 59 anni, arrestata con l’accusa di essere al vertice di una associazione di trafficanti di droga, tra le persone finite nei guai nell’ambito di una vasta operazione dei Carabinieri della compagnia provinciale di Bologna, che ha
portato in manette 18 persone.

In casa della donna sono state trovate, nascoste in scatole di riso, varie dosi di eroina. La signora si è giustificata sostenendo che la sua attività era finalizzata a ‘tutelare’ il figlio, un tossicodipendente di 35 anni, per impedirgli di compiere rapine o commettere altri reati nel tentativo di procurarsi la
droga.
Nel passato della signora, c’erano
precedenti per sfruttamento della prostituzione.

L’arresto della mamma-pusher è solo uno dei molti compiuti nell’ambito di una operazione più vasta, partita dalle segnalazioni di alcuni genitori
della Val di Setta, sulle montagne bolognesi che segnalavano ai Carabinieri di Vergato l’arrivo nella zona di eroina, fino ad allora sconosciuta.
Grazie alle loro indagini – durate oltre un anno – i militari sono risaliti all’esistenza di tre distinte associazioni per delinquere, fra loro collegate.
La prima aveva al vertice la signora bolognese, che riceveva eroina da quattro trafficanti e
poi, oltre che al figlio, la smerciava ad altri consumatori-spacciatori.
Una seconda, composta da altri tre italiani, stava per immettere sul mercato emiliano una partita di cocaina proveniente da Milano. I Carabinieri
li hanno bloccati mentre rientravano dal capoluogo lombardo con un campione di 9 grammi nascosto nel vano motore.
La terza associazione, la più ramificata e potente, era composta da sei maghrebini, rifornitori di una vasta rete di consumatori-pusher, a cui vendevano anche schede telefoniche contenenti i numeri dei clienti: i Carabinieri ne hanno arrestati cinque. E’ rimasto latitante solo il capo della banda che
probabilmente è tornato in Algeria.