Il Presidente Provinciale Pietro Blondi e il Direttore Generale Ascom Confcommercio Claudio Furini, guidano la delegazione degli operatori modenesi che partecipano all’Assemblea Straordinaria Confcommercio che si riunisce martedì 14 novembre a Roma all’Auditorium della Conciliazione dalle 10,30.

È per decretare la solenne bocciatura di una Finanziaria “da cancellare” che i rappresentanti di Ascom Confcommercio della provincia di Modena, partecipano alla prima Assemblea Straordinaria Nazionale nella storia della Confcommercio, la maggiore organizzazione del terziario.

Una mobilitazione di tutta la categoria – dice Claudio Furini direttore Ascom – cui rispondono gli operatori della provincia di Modena che si uniscono a Roma agli oltre 1.000 delegati che giungono da tutta Italia, in rappresentanza delle oltre 800mila imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti, aderenti alla Confederazione.

All’Assemblea Straordinaria, viene presentato un dossier Censis–Confcommercio su tasse e burocrazia, dal titolo “L’impresa di fare impresa”. Dal rapporto emergono tutte le difficoltà per avviare e gestire un’impresa in Italia, ma soprattutto quanto l’impresa italiana viene penalizzata, non solo da questa finanziaria, ma anche da un sistema di procedure, adempimenti e
onerosità di vario tipo farraginoso, costoso, complicato.
Questa Finanziaria fa staccare un assegno da 7 miliardi alle imprese tra aumenti di contributi previdenziali, incremento degli studi di settore, trasferimento di flussi del TFR all’INPS e sancisce la fine della concertazione.
Tutto questo rende faticoso fare impresa e offende l’Italia operosa delle piccole e medie imprese e dei lavoratori autonomi. Un’Italia, questa, che si identifica nei valori del lavoro, che rappresenta il 95% delle imprese e che vanta oltre il 65% degli occupati.

È l’Italia di chi rischia in proprio, di chi si confronta ogni giorno col mercato e con le difficoltà delle famiglie, è l’Italia produttiva e dell’economia reale, che vuole continuare a fare il proprio dovere.
Questa Italia sarebbe oggi pronta a fare la propria parte in un nuovo “Patto per la crescita”, ma rifiuta l’etichetta di evasore e pretende il rispetto di tutti.
È un’Italia che oggi è delusa perché la Finanziaria non esprime principi di equità, rigore e sviluppo, e soprattutto perché è una manovra contro le Imprese.