L’artigianato è stato l’ambito specifico dove l’apprendistato si è affermato e sviluppato, contribuendo a tenere alti i livelli di occupazione in Emilia Romagna come nell’intero Paese, garantendo contemporaneamente un’alta qualità del lavoro. Oggi nella nostra regione sono oltre 76mila gli apprendisti, dato che fa dell’Emilia Romagna la terza regione, dopo Lombardia e Veneto, con il maggior numero di apprendisti occupati.

L’Emilia Romagna è invece al primo posto per la presenza femminile nell’apprendistato: con il 53,5% è, infatti la regione che occupa il maggior numero di donne. In termini di età, il 54,33% degli apprendisti si colloca nella fascia di età tra i 18 e i 21 anni. Gli apprendisti rappresentano circa il 9% del totale occupati; le aziende artigiane e piccole imprese che occupano apprendisti sono il 32%. Dati importanti che attestano come l’apprendistato rappresenti un punto fermo e stabilizzante per l’occupazione giovanile.
Uno strumento importante e tuttavia a rischio. L’introduzione generalizzata della contribuzione sull’apprendistato pari al 10%, così come prevista inizialmente nella Finanziaria, infatti, metteva a repentaglio il futuro di un istituto che ha garantito storicamente l’ingresso e la qualificazione professionale di migliaia di lavoratori.

“Dietro questa proposta– spiega Quinto Galassi, Presidente CNA dell’Emilia Romagna – abbiamo intravisto una concezione quasi punitiva nei confronti di un istituto fondamentale per l’inserimento e l’accompagnamento dei giovani al lavoro, strumento di stabilizzazione del lavoro come dimostra l’altissima percentuale di trasformazione del contratto di apprendistato in occupazione a tempo indeterminato, che nell’artigianato è addirittura del 100%. E il motivo è facilmente comprensibile: dopo che l’impresa ha investito per anni nella formazione continua dei giovani lavoratori, una volta che questi hanno raggiunto la professionalità necessaria, può finalmente utilizzarne appieno le competenze”.

Risultati importanti che rischiavano tuttavia di essere vanificati dal provvedimento inserito nella Finanziaria. L’accordo raggiunto tra artigiani commercianti e Governo due giorni fa, per distribuire nel triennio 2007-2009 la contribuzione ai fini previdenziali riferita alle imprese al di sotto di 9 dipendenti (1,5% il primo anno, 3% il secondo e 10% il terzo), riequilibra in parte l’incremento contributivo, anche se ”restano forti – precisa il presidente della CNA regionale- le nostre preoccupazioni per l’introduzione di oneri che si vanno a sommare a quelli che le imprese devono già sostenere per la formazione obbligatoria degli apprendisti. Non vorremmo che un’operazione di questo tipo portasse questo istituto “fuori mercato”, spingendo soprattutto le micro e piccole imprese e le aziende artigiane a ricercare negli ambiti del “lavoro a tempo determinato”, le soluzioni ai problemi dell’inserimento lavorativo dei giovani. Se questo accadesse, potremmo avere anche nella nostra regione un abbassamento dei livelli del lavoro ed una riduzione delle opportunità di qualificazione e carriera professionale per le nuove generazioni”.

Per approfondire i temi dell’occupazione giovanile, sistema di formazione, apprendistato, precarietà e stabilità del lavoro, la CNA ha organizzato un confronto nazionale qui in Emilia Romagna, dove l’esperienza sull’apprendistato è stata la più estesa e ricca di risultati e dalla quale possono, perciò, venire indicazioni ed argomenti anche sul piano legislativo.
L’iniziativa, che si terrà domani, venerdì 17 novembre (ore 14.30) al Novotel di Villanova di Castenaso – Bologna, sarà aperta dal Segretario regionale della CNA, Gabriele Morelli e vedrà la partecipazione di Tiziano Treu, Presidente della Commissione Lavoro del Senato, Paola Manzini, Assessore Scuola, Formazione, Lavoro e Pari Opportunità della Regione Emilia-Romagna e Sergio Silvestrini, Direttore della divisione economica e sociale nazionale della CNA.