Un impegno della Giunta provinciale per un Piano strategico che contrasti la violenza sulle donne da realizzare in stretta collaborazione con il Tavolo tecnico attivato dalla Prefettura. E’ questo il contenuto dell’ordine del giorno sottoscritto da tutti i gruppi politici e approvato all’unanimità dal Consiglio provinciale di Modena mercoledì 22 novembre durante la seduta straordinaria indetta per celebrare la ‘Giornata internazionale contro la violenza alle donne’ di sabato 25 novembre.


“Una Giornata utile e significativa – ha commentato Emilio Sabattini, presidente della Provincia – che ci costringe a guardare in faccia la realtà, a riflettere e a dare risposte. Soprattutto di fronte all’aumento dei casi denunciati”. Esprimendo soddisfazione per il voto unanime del Consiglio (comunicato n. 1568), l’assessore provinciale alle Pari opportunità Palma Costi ha sottolineato “l’impegno della Provincia nel ruolo di coordinamento, promozione e valorizzazione di quanto già si sta facendo sul territorio”. A partire dal lavoro del Tavolo tecnico contro la violenza che nella prima riunione ha impostato le linee guida per un protocollo di intesa incardinato su tre punti: formazione degli operatori, prevenzione soprattutto attraverso l’educazione nelle scuole, offerta di servizi socio-sanitari e assistenza all’associazionismo e al volontariato.

Gli esperti intervenuti nel corso del Consiglio hanno delineato le caratteristiche di un fenomeno in preoccupante aumento. Secondo i dati ufficiali del ministero degli Interni, riportati da Mario Ventura, vice prefetto vicario di Modena, infatti, nel territorio provinciale nel 2005 sono stati denunciati 20 casi di violenza sessuale (221 in Emilia Romagna, 2.240 in Italia), ma solo nel primo trimestre del 2006, le denunce sul territorio modenese sono state 12, “un numero che sembra indicare una crescita tendenziale del fenomeno – ha affermato Ventura – senza contare la grande percentuale di sommerso che esiste”. Sempre nel 2005 sono state più di 500 le donne vittime di violenza o disagio che si sono rivolte all’associazione di volontariato “Gruppo donne e giustizia”, per la maggior parte italiane, tra i 35 e i 50 anni, con un buon livello di scolarizzazione e separate. Sono state 29 nello stesso anno le donne straniere vittime di tratta e sfruttamento sessuale accolte dall’associazione “Marta e Maria”, già salite a 30 nel 2006 che ancora si deve chiudere.