Sono 1.419 le donne che hanno subito violenza nel corso del 2005 e che sono state accolte e ospitate dai Centri antiviolenza della Regione Emilia Romagna. Si tratta in maggioranza di donne straniere che hanno subito violenza tra le mura di casa.

IL SIGNIFICATO DEL 25 NOVEMBRE


La data del 25 novembre come Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne è stata scelta dall’ONU, nella risoluzione dell’Assemblea Generale n° 54/134 del 17 dicembre 1999, a ricordo delle tre sorelle Mirabal, violentate e uccise il 25 novembre 1960 nella Repubblica dominicana. Con la decisione di istituire tale giornata, l’ONU ha voluto porre all’attenzione generale il fatto che la violenza contro le donne, manifestazione dello storico squilibrio nei rapporti di potere tra i sessi in ambito sociale, economico, religioso e politico, costituisce uno dei meccanismi sociali fondamentali di sottomissione delle donne, e indebolisce – o annulla – il godimento dei loro diritti umani e delle loro fondamentali libertà. Anche l’Unione europea, a partire dal 1986, ha in diverse occasioni emanato provvedimenti di varia natura per sollecitare i Paesi membri a contrastare il fenomeno della violenza.



L’IMPEGNO DELLA REGIONE

Il problema della violenza alle donne, che si presenta intrecciato strettamente anche al tema della multiculturalità e multirazzialità, è iscritto nell’agenda politica del nostro Paese e della nostra Regione.

In Emilia-Romagna la consapevolezza politica di contrastare con determinazione le manifestazioni del fenomeno risale agli anni ’80, quando è stata costruita anche col contributo delle istituzioni la rete dei Centri antiviolenza. Il riconoscimento del ruolo imprescindibile delle ONG operanti su questi temi e la collaborazione con esse ha sin dall’inizio caratterizzato l’intervento regionale, e lo caratterizza tuttora, coerentemente con le indicazioni provenienti dagli organismi internazionali come l’ONU o dalla stessa Unione europea.

E’ infatti attivo un Protocollo d’intesa tra la Regione Emilia-Romagna, l’Associazione dei Comuni, l’Unione delle Province e le Associazioni operanti sul territorio regionale, sulla tematica della violenza contro le donne, che individua le priorità del nostro territorio, anche tenendo conto delle indicazioni e linee-guida emanate da organismi internazionali ed europei.



Su tali priorità è in corso di realizzazione una ampia gamma di interventi: alcuni sono in atto già da anni, come il sostegno alle Case e ai Centri antiviolenza o la formazione per le varie categorie di operatori che nel loro lavoro si imbattono in tale fenomeno; altri si trovano in uno stadio sperimentale, come gli Sportelli-lavoro, che offrono alle vittime sostegno e aiuto nel difficile percorso per uscire dalla violenza, facendo riacquistare loro autonomia e dignità.



La Regione Emilia Romagna finanzia corsi di formazione, attivati dalle ASL e rivolti ad operatori sanitari, sociali e forze dell’ordine, che incontrano donne che hanno subito violenza e che si rivolgono ai presidi pubblici. Tale formazione permette agli operatori di acquisire conoscenze e competenze adeguate per accogliere, anche in emergenza, donne vittime di violenza.



Nell’anno in corso si è realizzata una campagna di contrasto alla violenza alle donne, distribuendo su tutto il territorio regionale, un depliant che informa e sensibilizza rispetto al fenomeno della violenza e diffonde la presenza dei centri e delle case sul nostro territorio. Il depliant riporta la frase, tradotta in sette lingue: “Se hai bisogno di aiuto, se hai subito violenza, se ti servono informazioni contatta un centro antiviolenza”.


L’INDAGINE

Si è svolta la terza indagine promossa dal coordinamento regionale delle case e dei centri in collaborazione con la Regione Emilia-Romagna.
La raccolta dati riguarda tutte le donne che hanno subito violenza e che si sono rivolte a Case o centri di accoglienza regionali dal 1° gennaio al 31 dicembre 2005.

Sono state accolte e/o ospitate in totale 1419 donne, di cui: 1271 dai centri antiviolenza della Regione e 148 dagli altri soggetti.
Fra le donne accolte vi sono complessivamente 531 donne straniere.

La larga maggioranza delle donne accolte, pari a circa il 60%, è coniugata o convivente, le separate o divorziate sono circa il 17%.

La fascia di età prevalente è compresa fra i 30 ei 39 anni, l’80% delle donne accolte ha figli, in grande maggioranza minorenni.

Le violenze subite dalle donne accolte sono prevalentemente di carattere domestica.