Riguardo il provvedimento del Ministro Bersani sulla liberalizzazione del settore della distribuzione dei carburanti, Stefano Campazzi, Presidente F.I.G.I.S.C. – Sindacato Provinciale dei Gestori di impianti di distribuzione carburanti aderente ad ASCOM Bologna – sottolinea duramente che l’opportunità di autorizzare la Grande Distribuzione a costruire impianti, porterà immancabilmente alla chiusura indiscriminata dei punti vendita che si trovano nelle vicinanze della GDO e non solo.


Non siamo assolutamente contrari alla liberalizzazione, che comunque era già stata promulgata con il decreto n. 32 del 1998, continua il Presidente, combattiamo la “concorrenza sleale” delle compagnie petrolifere.
Quello che l’opinione pubblica non sa, e che deve conoscere, è che nello stesso giorno, nel medesimo posto, un identico fornitore di una qualsiasi società petrolifera, vende la benzina al Gestore (impianto di proprietà della compagnia petrolifera) con uno sconto rispetto al prezzo consigliato di € 35 ogni 1000 litri e di € 165 alla Grande Distribuzione sul mercato extra rete (impianto di proprietà della grande distribuzione), con una differenza a favore della GDO del 470 %.
Con questa lobby tra Governo e società petrolifere chi pagherà saranno i moltissimi Gestori costretti a chiudere (sono circa 55 mila gli addetti) ed i consumatori che attirati da questo specchietto per le allodole verranno sempre più indirizzati verso la GDO anche ad ulteriore scapito degli altri “negozi di vicinato”, togliendo la capillarità dei servizi al consumatore e desertificando sempre di più il territorio.


Inoltre non è il Gestore il “colpevole” dell’alto prezzo della benzina, come spesso viene additato, per ogni litro il 48,26 % è dato dall’accisa (imposta governativa di fabbricazione), il 23,16 % è il costo internazionale, il 16,67 % è l’Iva, il 9,11 % è il ricavo lordo dei petrolieri e solo il 2,8 % è il ricavo lordo dei Gestori, che è sempre costante e non aumenta con l’aumentare del prezzo della benzina.
Per questi motivi, conclude Campazzi, la Figisc/Ascom Bologna aderisce totalmente alla protesta nazionale con quattordici giorni di chiusura (iniziando con il 7 e 8 febbraio) ed auspica una concertazione con il Governo e le Società Petrolifere per la sopravvivenza della categoria.