Interveniamo sulla pretestuosa vertenza aperta dal sindacato autonomo di polizia municipale Sulpm che da alcuni mesi sta tenendo, a nostro avviso, un comportamento scorretto sia verso i propri rappresentati che verso i cittadini modenesi. Vertenza che sta avendo, tra l’altro, eccessiva risonanza sui media locali puntando ad una precisa campagna di disinformazione.


Come Organizzazioni Sindacali abbiamo unitariamente intrapreso, insieme allo stesso Sulpm, già dallo scorso ottobre 2006, un’azione sindacale che attraverso la consultazione dei lavoratori in assembla, e su loro mandato,
ha chiesto al Comune di Modena di aprire un tavolo di trattativa per l’applicazione di alcuni istituti contrattuali (35 ore e festività) e altre
questioni che tardavano a trovare risposta (ufficiali di Polizia Giudiziaria) da parte dell’Amministrazione comunale.

Nell’incontro di gennaio 2007, abbiamo ricevuto dal Comune risposte insufficienti e d’intesa fra tutte le Organizzazioni sindacali abbiamo condiviso di avanzare delle controproposte.
E’ a questo punto che è partita l’azione unilaterale del Sulpm che pretendeva da parte di tutti gli altri sindacati un’adesione alle proprie
proposte, e sempre unilateralmente ha convocato un’assemblea tra i lavoratori senza condividerla con le altre organizzazioni sindacali con cui aveva sin a quel momento intrapreso un’azione comune.

In modo unilaterale il Sulpm ha perciò deciso di aprire lo stato di agitazione. Nell’incontro con il Sindaco di Modena abbiamo appreso dagli
esponenti del Sulpm che la protesta decisa “spontaneamente” dagli agenti di
PM, durante l’assemblea organizzata dal Sulpm, con la richiesta collettiva di usufruire del giorno di riposo nel giorno del Santo Patrono, era frutto
dell’iniziativa spontanea dei lavoratori, limitandosi il Sulpm ad esprimere loro solidarietà, senza appoggiarla come azione sindacale.
Un’iniziativa che alla fine non ha neppure trovato adesione fra i lavoratori, visto che quasi tutti gli agenti che avevano chiesto il giorno
di riposo il 31 gennaio, si sono poi presentati regolarmente al lavoro. I lavoratori sono stati lasciati soli dal Sulpm, che non si è assunto la
titolarità dell’iniziativa, esponendoli per di più a rischi di provvedimenti disciplinari e sollevando l’organizzazione da precise
responsabilità che invece le competono, anche di fronte ai cittadini.

Fp/Cgil Fps/Cisl Fpl/Uil e Fiadel dal canto loro intendono proseguire nel confronto con l’Amministrazione comunale per esplorare tutti gli spazi che la trattativa ancora può offrire e migliorare le proposte che da subito
abbiamo ritenuto insufficienti. Riteniamo però che un sindacato che ha rotto unilateralmente le trattative non sia legittimato a stare al tavolo, senza prima ritirare lo stato di agitazione.
La segretaria del Sulpm ha tirato diritto, e invitata dall’amministrazione a lasciare il tavolo (legittimati erano solo i componenti RSU del Sulpm, non la sigla sindacale) si è rifiutata e la
trattativa è stata sospesa.

Consideriamo l’azione sindacale che il Sulpm continua a portare avanti (abbiamo appreso oggi dalla stampa dell’ennesimo stato di agitazione)
dannosa per i lavoratori stessi e per i disagi provocati ai cittadini. E’ criticabile quell’organizzazione sindacale, che più per interessi propri che dei lavoratori che rappresenta, lasci e riprenda a piacimento una
trattativa costruita unitariamente. Ciò lede, tra l’altro, la dignità delle altre organizzazioni sindacali che lealmente si sono adoperate per
costruire un percorso unitario che portasse a soluzioni positive nell’interesse di tutti i lavoratori.

Inoltre, utilizzare strumenti di pressione collettivi al di fuori delle regole espone gli operatori, oltre che a sanzioni, anche a giudizi negativi da parte dei cittadini che si aspettano il rispetto delle regole
innanzitutto da chi è tenuto a farle rispettare.

(Fp/Cgil Fps/Cisl Fpl/Uil e Fiadel)