Diciotto Borse di Studio revocate, per un importo complessivo di 36mila e 167 euro. E’ questo il primo risultato dei controlli sui dati autocertificati da studenti iscritti all’Università di Modena e Reggio Emilia per l’Anno Accademico 2005/2006 relativamente alle condizioni economiche e patrimoniali dell’anno 2004.


I controlli attivati sono stati di tipo formale – cioè attraverso la consultazione della banca dati dell’Inps – e di tipo sostanziale, ovvero eseguiti dai comandi di Guardia di Finanza a livello territoriale, grazie al proficuo rapporto di collaborazione con i Comandi della Guardia di Finanza di Modena e Reggio Emilia e con altri 40 Comandi a livello nazionale. Ai controlli formali sono stati sottoposti 690 studenti che avevano fatto richiesta di borsa di studio. Una prima tranche di controlli formali, effettuata prima dell’approvazione delle graduatorie provvisorie, ha consentito il mancato con¬ferimento dell’idoneità alla borsa di studio per un valore stimato in 110.000 euro nei confronti di 51 studenti per i quali è stata accertata la non corretta dichiarazione dei valori reddituali e patrimoniali secondo le modalità previste dal bando. Una seconda tranche di controlli formali, inoltre, ha portato alla revoca di 16 borse di studio già assegnate.


Il controllo di tipo sostanziale è stato attivato con selezione a campione, così come previsto dalla normativa di riferimento, nei confronti del 20% degli assegnatari di borsa di studio ed in specifici casi individuati dall’ufficio per un totale di 147 posizioni.
Nel caso dei controlli sostanziali, riguardanti tra gli altri 26 dichiarazioni di “reddito zero”, 47 hanno interessato studenti di Modena e provincia, 18 studenti di Reggio Emilia e provincia e 82 di altre province. Dai primi risultati dei controlli sono emerse irregolarità per 5 studenti di Modena e provincia, per uno studente di Reggio Emilia e per 8 studenti di altre province italiane, che in due casi comporta la revoca delle borse di studio.


“I controlli sulla regolarità formale e soprattutto sostanziale delle dichiarazioni Isee su cui si basa l’attribuzione dei benefici del diritto allo studio – commenta il presidente di Arestud Claudio Bergianti – sono parte essenziale di una seria politica volta a favorire gli studenti che hanno vera-mente bisogno di supporto. Il sistema dell’autocertificazione, infatti, se da una parte, rende più amichevole e fidu¬ciaria la relazione tra cittadino e pubblica amministrazione, dall’altra si espone alle con¬seguenze di un sistema tri¬butario non privo di falle e di una fedeltà fiscale non sempre inattaccabile. Un’eventuale attribuzione di un beneficio a chi non ne avesse diritto – aggiunge Bergianti – è una doppia ingiustizia: un premio a chi non ha rispettato le regole e una possibile esclusione dal beneficio di chi ne abbia effet¬tivamente bisogno e diritto. Perciò il nostro impegno si estenderà, anche chiedendo una sempre maggiore collaborazione alla Guardia di Finanza”.