Un’unità mobile mammografica dell’Azienda USL di Bologna opererà sul territorio a partire da luglio. L’inaugurazione domani, venerdì 25 maggio, alle 15.30 in piazza Maggiore. Interverranno Francesco Magni, direttore amministrativo Azienda USL di Bologna, Gianni Saguatti direttore dell’unità operativa di Senologia dell’Ospedale Maggiore di Bologna e Alberto Campito, Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.

Il costo dell’unità mobile mammografica del valore di 400.000 euro è stato coperto interamente da un contributo della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.
Seguirà l’inaugurazione, Pari Opportunità: Opportune Parità un’occasione di incontro e di riflessione nell’anno Europeo per le Pari Opportunità, sul tema della realizzazione del principio di pari opportunità nel contesto dell’Azienda USL di Bologna.
Parteciperanno tra gli altri Beatrice Draghetti, presidente Provincia di Bologna, Francesco Magni, direttore amministrativo Azienda USL di Bologna, Carlotta Rovinetti, presidente comitato per le Pari Opportunità dell’Azienda USL di Bologna, Grazia Morra, Università di Padova.

L’unità mobile mammografica dell’Azienda USL di Bologna.
Un mezzo attrezzato con un mammografo digitale di ultima generazione da luglio percorrerà le strade del territorio dell’Azienda USL di Bologna per raggiungere tutti quei paesi che non dispongono di un mammografo nelle immediate vicinanze o che, per particolari condizioni morfologiche del territorio, sono meno serviti dai trasporti.
L’unità mobile mammografica, che fa capo all’unità operativa di Senologia dell’Ospedale Maggiore di Bologna diretta da Gianni Saguatti, sarà attiva 5 giorni la settimana e potrà effettuare 30 mammografie al giorno. L’unità mobile mammografica è assolutamente autonoma, non necessita dunque di appoggiarsi a nessuna struttura sanitaria. L’indagine mammografica viene effettuata al suo interno da un tecnico radiologo, e gli esami vengono successivamente valutati da un medico dell’unità operativa di Senologia dell’ospedale Maggiore. Tutte le immagini, digitali, saranno inserite in un sistema di archiviazione delle immagini diagnostiche attivo dai prossimi mesi, che raccoglie tutte gli esami radiologici effettuati nell’Azienda USL di Bologna. In questo modo sarà possibile in caso di bisogno inviare a tutte le strutture dell’Azienda le immagini relative agli esami diagnostici per via telematica abbattendo in questo modo tutti i tempi di trasmissione.

Lo screening a Bologna e in Emilia Romagna
Il carcinoma della mammella con il 17% del totale dei decessi neoplastici rappresenta ancora oggi il tumore più frequente nelle donne.
La probabilità di ammalarsi aumenta progressivamente con l’età. Circa il 48% dei casi insorge nella fascia di età 50-69 anni.
In Emilia-Romagna Ogni 100.000 abitanti ogni anno si ammalano di tumore alla mammella 127 donne.
Nella AUSL di Bologna, lo screening per la prevenzione del tumore della mammella è stato attivato alla fine del 1997. In questo momento è in corso il V round di invito.
La percentuale di adesione all’invito è andata aumentando negli anni. Nel biennio 2005-2006 sono state invitate 95.511 donne e 62.909 hanno aderito. Le diagnosi di tumori maligni, nelle donne aderenti allo screening, sono progressivamente diminuite dal 6,1 al 4,7 per 1000.
Dall’inizio dello screening sono stati diagnosticati 1100 tumori di cui il 45% inferiori a 1 cm. Si tratta di lesioni di piccole dimensioni: scoprirle in tempo rappresenta l’obiettivo fondamentale del programma. Infatti, le donne a cui viene diagnosticato un tumore inferiore a 1 cm , se trattate adeguatamente, dopo 10 anni sono libere da malattia in più del 90% dei casi.
Dall’inizio dello screening è aumentata la percentuale di tumori non ancora invasivi (dal 14 al 21%), è diminuita la percentuale di tumori in stadio più avanzato ( dal 36 al 26%) e di conseguenza la percentuale dei trattamenti chirurgici conservativi è aumentata dal 68% all’83%.
In Emilia Romagna lo screening mammografico è stato attivato nel 1996
L’adesione all’invito è del 70% (su 445.088 donne invitate 312.631 hanno aderito al programma) In Italia è del 60 %.
Oltre l’87% delle donne con tumore della mammella sono vive dopo 5 anni. Questo risultato è tra i migliori a livello italiano ed europeo.
Dall’inizio degli screening sono stati diagnosticati 1088 carcinomi in fase iniziale e 5988 carcinomi invasivi. Le diagnosi di tumori maligni fra le donne aderenti allo screening sono progressivamente diminuite dall’8,4 ‰ al 5,3 ‰.