Come sono cambiate le famiglie reggiane negli ultimi vent’anni? Quali sono i principali mutamenti demografici che caratterizzano il nostro territorio? Sono questi alcuni dei quesiti a cui risponde il tredicesimo numero di Strumenti, collana editoriale dell’Osservatorio permanente sulle famiglie del Comune di Reggio Emilia, presentato oggi alla stampa dal sindaco di Reggio, Graziano Delrio e dall’assessore ai Diritti di cittadinanza e Pari opportunità, Gina Pedroni.


Nel volume, dal titolo “Così cambiano le famiglie. Vent’anni di mutamenti demografici”, le autrici Vanna Iori e Barbara Guarniero raccontano i cambiamenti della popolazione reggiana, soprattutto quelli che riguardano le fasce d’età più estreme – i giovanissimi e gli anziani – fornendo così dati utili per l’adeguamento dei servizi e la formulazione di politiche sociali corrispondenti alle trasformazioni in corso e ai nuovi scenari sociali che si vanno delineando.

“Questa pubblicazione – ha detto il sindaco Delrio – ha il pregio della metodologia scientifica e, soprattutto, si propone quale utile strumento per la stessa Amministrazione comunale e per gli operatori del settore. Questi dati ci pongono di fronte alla sfida della cura delle famiglie più sole, quelle indebolite dall’essere ad esempio composte da una persona, magari anziana, legata a una rete parentale assai debole. Gli intensi mutamenti della famiglia in questi anni ci richiedono una ridefinizione delle politiche pubbliche per la famiglia”.


A proposito di mutamento dell’identità della famiglia, l’assessore Pedroni ha ricordato fra l’altro che negli ultimi 20 anni “le famiglie monogenitoriali (un genitore separato o divorziato e con figli) e monopersonali (una persona sola) hanno raggiunto a Reggio percentuali significative. E la dimensione media di una famiglia è scesa, in termini statistici, da 2,6 a 2,2 membri per nucleo”.



Dalla ricerca emerge l’immagine di una popolazione sempre più numerosa, grazie alla presenza degli immigrati che hanno contribuito alla ripresa della natalità, una popolazione – caratterizzata da famiglie sempre più ristrette, in cui i ragazzi – in prevalenza figli unici – non possono più contare su una rete relazionale composta da fratelli e cugini. In aumento il numero delle separazioni e delle famiglie monogenitoriali, ma anche delle famiglie ricostituite in seconde nozze (o in convivenze). Gli anziani vivono invece prevalentemente soli o in nuclei di due persone entrambe anziane. Le famiglie, proprio perché sempre più piccole ed isolate, richiedono quindi ai servizi sociali, al volontariato, alla scuola, alle parrocchie e, più in generale, a tutti gli attori sociali, uno stile di lavoro sociale e socio-educativo imperniato sulla costruzione di una rete relazionale territoriale, nella prospettiva di community care.



Tra gli elementi più significativi di trasformazione demografica, la ricerca individua:

1. l’aumento della popolazione (da 130.086 abitanti nel 1986 a 159.809 nel 2006) per effetto anche della presenza migratoria
2. l’aumento dell’indice di natalità (10,9 nel 2006 e 6,4 nel 1986) e di fecondità (46,2 nel 2006 e 26,5 nel 1986).
3. la diminuzione dell’indice di vecchiaia (che era aumentato fino al 1995), anche se rimane consistente il numero della popolazione anziana (aumentata di quasi 8.000 unità) e in particolare sono aumentati i grandi anziani (+75) che sono 16.109 (il 10% dell’intera popolazione)
4. il cambiamento dei tempi di permanenza dei giovani in famiglia (la cosiddetta “adolescenza interminabile”) e i comportamenti nuziali. Dal 1986 sono aumentati i matrimoni civili (passati da 28,4% a 57,3% dei matrimoni) e si è innalzata l’età degli sposi (nel 1986 l’età al primo matrimonio era di 28,8 per lo sposo e di 25,5 per la sposa. Nel 2006 è di 33,2 dello sposo e 30,3 per la sposa)
5. diminuzione della dimensione media familiare (da 2,6 a 2,2): ci sono dunque famiglie sempre più piccole. Il 64,3% dei nuclei familiari risulta composto da una o due persone. Inoltre quasi tutte le 72.040 famiglie residenti nel comune di Reggio Emilia sono costituite da un solo nucleo senza la presenza di ascendenti o altri parenti.



I dati sulla composizione delle famiglie (comparati a 10 anni fa, poiché non sono disponibili dati ventennali) evidenziano che:

1. l’elevata percentuale di persone che vivono sole e la ridotta dimensione familiare hanno modificato la struttura fondamentale della famiglia reggiana: il nucleo tradizionale, composto da genitori e figli, che era fino al 2001 la tipologia percentualmente più consistente, è passato al secondo posto (dal 33% al 26%), mentre al primo posto si trovano le famiglie composte da una sola persona (passate, nello stesso periodo 1996-2006, dal 30% al 39%).
2. è in atto una flessione delle forme familiari tradizionali (le coppie coniugate con e senza figli) a vantaggio di quelle che l’Istat chiama “nuove famiglie”, e precisamente: le famiglie con un solo genitore (monogenitoriali): 4.434 nel 1996 e 5.910 nel 2006, per effetto anche delle separazioni e dei divorzi che sono in forte aumento.

3. le coppie conviventi (con e senza figli) aumentano: (2.597 nel 2006 contro le 941 del 1996) dall1,7% al 3,7%

4. il numero di figli è sempre più basso: oltre la metà delle coppie (52,2%) ha un solo figlio, il 38,3% ha due figli, il 7,7% ha tre figli: oltre sono una rarità.
5. diminuiscono i matrimoni religiosi, passati da 307 a 225 (ovvero da 28,4% a 57,3% dei matrimoni)

6. aumentano le separazioni che sono 13,2% nell’arco di 20 anni, ma la durata del matrimonio è sempre più bassa, ovvero vi si separa sempre più a breve distanza dal matrimonio (43,1% entro i primi 5 anni). Per esempio: nel 1986 si registravano 486 matrimoni e 42 divorzi, nel 2006 si sono registrati 527 matrimoni, 148 divorzi e due annullamenti.

7. aumentano le famiglie ricostituite in seconde nozze (o in convivenze), con conseguenti nuove relazioni parentali: “il terzo genitore”. I figli si trovano di fatto a vivere relazioni conflitti non semplici all’interno di queste nuove realtà.

Fenomeni molto recenti per i quali è significativo un raffronto con il 1996 riguarda l’aumento della popolazione immigrata. Al 31 dicembre 2006 gli immigrati sono 18.216 (11,4% della popolazione residente), mentre nel 1996 gli immigrati erano 4.136 pari al 3,2% della popolazione. La stabilizzazione migratoria e il processo di integrazione può essere individuato nel numero dei matrimoni misti, passati, in dieci anni, da 11 % a 30% dei matrimoni.


Le autrici

Vanna Iori Coordinatrice dell’Osservatorio sulle famiglie del Comune di Reggio Emilia e professore ordinario di Pedagogia generale e della famiglia all’Università Cattolica di Milano (sede di Piacenza).


Barbara Guarniero Sociologa, è collaboratrice dell’Osservatorio sulle famiglie.