Sono i sei progetti ai primi posti della graduatoria del fondo unico per la cooperazione internazionale istituito lo scorso anno dalla Provincia di Modena e dalla Fondazione Cassa di risparmio di Modena con una dotazione di 300 mila euro che permetterà, finanziando complessivamente 26 iniziative di solidarietà, di attivare investimenti per circa due milioni e mezzo.


Energia elettrica per il villaggio di Ikondo in Tanzania, nel distretto di Njombe, con allacciamento per 50 abitazioni, l’asilo e le attività agricole e artigianali grazie al Cefa. In Kenya, invece, nell’Ura Valley, l’associazione Kumbe vuole migliorare il sistema idrico con portare l’acqua a 250 mila persone nella zona dove sono impegnati i missionari della Consolata. Sempre in Africa, in Ghana, nel distretto di Gomoa, con Ghanacoop è in programma un corso di formazione per 60 persone impegnate nella coltivazione e nella commercializzazione di ananas; in Etiopia, a Quihà, si costruisce una sala nell’ambito del centro Hewo; mentre in Madagascar si completa l’ospedale pediatrico promosso dall’associazione Corassori. In Brasile, a Itapirapuà, nel centro intitolato a don Beccari, con Modena Terzo mondo si svolgeranno corsi di formazione per panettieri e ci sarà posto per un asilo per 50 bambini.

Nei giorni scorsi si sono conclusi i lavori della commissione tecnica che ha assegnato ai sei progetti della prima fascia complessivamente 139 mila euro (gli importi sono diversificati in base alle spese previste), mentre ha individuato altre 13 iniziative tra le quali suddividere 123 mila euro e sette progetti che otterranno 5 mila euro ciascuno.

“Nel decimo anno di attività del fondo provinciale, grazie alla Fondazione è stato possibile raddoppiare il contributo e premiare la qualità dei progetti presentati dai volontari modenesi” commenta il presidente della Provincia Emilio Sabattini ricordando che sono ormai quasi 200 le iniziative finanziate un po’ in tutto il mondo: “Sono stati costruiti acquedotti, organizzati corsi di formazione, realizzate strutture sanitarie, centri per minori e altre attività per rispondere al bisogno di giustizia che caratterizza la situazione internazionale”. Per Massimo Giusti, vice presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Modena, “i risultati del primo anno di fondo unico sono stati positivi perché è stato possibile sviluppare ulteriormente lo strumento promosso dalla Provincia per sostenere il volontariato internazionale. E’ un’esperienza da ripetere”.

Le spese ammesse a contributo con il bando di Provincia e Fondazione Cassa di risparmio di Modena per la cooperazione internazionale sono quelle relative alla costruzione e alla ristrutturazione di immobili, l’acquisto di attrezzature, l’acquisto di terreni e la loro valorizzazione (bonifiche, rimboschimenti, parchi), l’attività di microcredito e i fondi rotativi. Non sono finanziate, invece, spese per beni di consumo, costi di gestione e di trasporto, oneri finanziari. Le spese per i volontari italiani che operano nel progetto non possono superare il 20 per cento del costo complessivo.
Sono previste garanzie e controlli sulla realizzazione dei progetti, ma anche sulla qualità delle proposte. E’ stato questo, infatti il criterio principale seguito dalla commissione di valutazione composta da esperti del settore che «ha stimato i benefici ipotizzabili indotti sulla popolazione della zona in rapporto alla descrizione analitica del progetto, al coinvolgimento di partner locali e all’efficienza e all’economicità dell’azione» come ricorda il presidente della Provincia Emilio Sabattini sottolineando che saranno svolti monitoraggi periodici sulla effettiva realizzazione delle iniziative.

I criteri di valutazione, oltre alla qualità dei progetti, hanno valorizzato l’esperienza dei promotori, il coinvolgimento delle realtà istituzionali dei Paesi in via di sviluppo, la collaborazione di più organizzazioni, la presenza di volontari modenesi e il coinvolgimento finanziario di altri enti locali.
I principali ambiti d’intervento indicati dal bando erano la lotta contro le malattie e la salvaguardia dell’ambiente, lo sviluppo agricolo e la sicurezza alimentare, l’impegno contro la siccità e la desertificazione e gli interventi per le infrastrutture economiche e socioculturali, la tutela e la valorizzazione delle risorse umane, con particolare attenzione alle donne e all’infanzia.