La Giunta comunale di Formigine ha visitato le sale del Museo e Centro di documentazione del castello, appena allestito con le installazioni multimediali e interattive dello Studio Azzurro di Milano.
Il progetto del Museo intende soddisfare l’esigenza di comunicare e organizzare le conoscenze acquisite durante la campagna archeologica e di restauro, in modo da raccontare al visitatore la complessità di vicende che hanno interessato il castello dall’Alto Medioevo fino alla contemporaneità, ritenendo che la trasmissione del sapere sia importante quanto la stessa ricerca scientifica. Poiché il museo non vuole essere un semplice contenitore di cose, ma un luogo dove vivere esperienze che producono una relazione con i luoghi e gli oggetti esposti, si è scelto un approccio narrativo, capace di trasferire conoscenze tramite il coinvolgimento del visitatore, con un’attenzione particolare alle giovani generazioni.
L’idea del museo è fortemente connessa alla sua collocazione, la rocchetta, ovvero il nucleo fortificato inaccessibile al pubblico prima del restauro, di cui ora si conoscono aspetti inediti. Essa è inoltre strettamente collegata all’area archeologica nel parco del castello, con la quale forma un unico percorso di visita.
In stretta collaborazione con il comitato scientifico diretto dal prof. Sauro Gelichi dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, Studio Azzurro, laboratorio artistico che da anni si occupa in modo innovativo della comunicazione multimediale dell’arte e dei beni culturali, ha dato vita a un percorso museale suggestivo che crea una forte relazione tra lo spazio, le informazioni scientifiche e gli oggetti esposti. L’allestimento museale si sviluppa così per episodi narrativi suggeriti dai luoghi stessi in cui sono ambientati, lungo due coordinate principali: il tempo e lo spazio.
Accoglie il visitatore la corticella, piccola corte interna della fortificazione, dove risuonano, oggi come un tempo, le voci, i rumori, i suoni di coloro che vi hanno vissuto.
All’ingresso della torre dell’orologio inizia il viaggio nel passato del castello e dei suoi abitanti, dalla storia recente dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, alle prigioni in uso dal XVIII secolo per giungere, passando attraverso le stanze dove il capitano delle guardie viveva, alle vicende della campana e dell’orologio che dal XVI secolo scandiscono il tempo della comunità.
La torre di sud-est, con la sua ampia veduta, ci proietta nel paesaggio circostante attuale, interno ed esterno, ponendolo a confronto con il panorama tardo medievale che si poteva osservare dall’alto dei punti di avvistamento e mostrandoci l’antico abitato rurale raccolto attorno alla chiesa e al suo cimitero.
Il corpo di guardia, già per sua natura spazio architettonico di connessione, è ora anche il centro del museo, dove sono raccolte e riordinate le informazioni scientifiche e le testimonianze orali. Attraverso le voci di coloro che raccontano episodi di vita personale e collettiva, come la contessa Maria Alessandra Gentili Calcagnini d’Este, è possibile infatti restituire una dimensione di oralità e di memoria in parte perduta.
Il museo di Formigine diventa, nella definizione di Studio Azzurro “un vero e proprio organismo che rivive, raccoglie e stratifica emozioni, sogni, desideri, sapere, rendendo il corpo pesante e dormiente dell’edificio, un essere che respira, trasuda vite e atmosfere”.