Con l’inaugurazione di questa mattina a Bologna Cersaie, il Salone Internazionale della
ceramica per l’architettura e dell’arredobagno, taglia il traguardo di 25 anni di ininterrotta
‘presenza sulla scena mondiale’, in un crescendo di numeri, espositori, protagonisti, visitatori.

Palcoscenico importante in cui sono presenti molti dei più qualificati attori
dell’industria mondiale delle costruzioni, della distribuzione, del progetto e dell’interior
design.

Per saperne di più, abbiamo parlato con Alfonso Panzani, Presidente di
Confindustria Ceramica – l’Associazione che promuove questa manifestazione”.


Presidente Panzani, proprio quest’anno Cersaie compie 25 anni. Qual’è il bilancio di
un quarto di secolo di questa manifestazione?

“La positività di Cersaie sta nei numeri, ma anche nella qualità di questa manifestazione.
Continua il tutto esaurito sui 160.000 metri quadrati di superficie grazie alla presenza di
1.078 espositori, 223 dei quali esteri, provenienti da 32 paesi: le oltre 900 aziende che
espongono piastrelle di ceramica ed arredobagno rappresentano le eccellenze a livello
internazionale. Ci attendiamo quest’anno 90.000 visitatori, dei quali circa un terzo stranieri.
Internazionalità della manifestazione, qualità degli espositori, ma anche livello degli eventi
economici e culturali sono il biglietto da visita di un Cersaie che, anno dopo anno, ha
continuato ad investire per crescere, migliorarsi, diventare ancora più importante. Anche in
questo aspetto ‘dinamico’ si delinea una ulteriore peculiarità di questa fiera”.


Tema del convegno economico di quest’anno sono le liberalizzazioni.


“Ci sono almeno due chiavi di lettura che ci accompagnano in questa riflessione, fatte
assieme al Ministro per il Commercio Internazionale e le Politiche Europee Emma Bonino,
al Presidente di Confindustria Luca di Montezemolo, al Presidente delle Ferrovie dello Stato Innocenzo Cipolletta ed all’editorialista del Corriere della Sera Francesco Gavazzi. Da un
lato, l’ormai generale consapevolezza che i Paesi che presentano i minori lacci e laccioli, in
un quadro di regole semplici e chiare, sono anche quelli che hanno anche i più bassi ‘costi
di sistema’ e, dunque, la maggiore competitività delle proprie imprese ed il maggior potere
d’acquisto dei cittadini.

Dall’altro, che all’aumentare della libertà economica di un Paese corrisponde una maggior
possibilità di crescita economica, di sviluppo, di creazione di posti di lavoro. Proprio il
recupero dello spirito di intrapresa e della voglia di fare è ciò di cui questo Paese ha
grandemente bisogno”.


Come si presenta la situazione congiunturale attuale per il settore della piastrelle?


“La piastrella italiana sta proseguendo nel proprio processo di riposizionamento su fasce di
mercato più alte, nonostante la difficile congiuntura immobiliare a livello internazionale. I
nostri prezzi medi continuano a crescere, sia perché entrano in commercio prodotti con
superiori caratteristiche, sia perché dobbiamo contrastare l’espansione nei costi dei fattori
produttivi. Le quantità esportate, che rappresentano oltre i 2/3 delle nostre vendite,
segnano il passo: la crisi dei mutui subprime ha determinato una forte flessione delle
vendite sul mercato americano, solo in parte compensata dalla positiva dinamica in Russia,
nei paesi del Nord Europa ed in Asia.

A fronte di un mercato delle costruzioni in generale difficoltà che riduce la domanda di
ceramica, l’Italia non perde quote di mercato rispetto ai suoi principali concorrenti: e questo
è un fatto positivo, che testimonia la bontà di strategie volte a consolidare la propria
posizione. Quello che è certo e che già questo Cersaie conferma la nostra volontà di
percorrere nuove strade di sviluppo”.


Le difficoltà del mercato immobiliare internazionale accentuano la concorrenza, che
talvolta presenta anche situazioni distorte.

“Il tema del Fair Trade è centrale nell’approccio di Confindustria Ceramica, perché i settori
rappresentati esportano ogni anno oltre 4,2 miliardi di euro. Noi crediamo che sia
importante che le autorità comunitarie istituiscano quanto prima il ‘made in’ sulle merci
poste in commercio all’interno dell’Unione Europea. Questo sia per consentire ai
consumatori una adeguata informativa che li porti ad acquisti consapevoli, sia perché vi sia
tra le imprese dei vari continenti una competizione corretta. Le asimmetrie determinano
gravi danni allo sviluppo economico ed all’occupazione del nostro Continente”.


A proposito di novità 2007, al Centro Servizi c’è la mostra Creativitiles.

“Considero questa mostra una scommessa vinta, nel senso che riuscire ad evocare con
piastrelle italiane di corrente produzione 16 tra i dipinti più famosi ed importanti a livello
mondiale dimostra tante cose. Innanzitutto, la versatilità di un materiale che – pur
confermando la sua natura di ceramica – è in grado di passare dagli effetti damascati ai
mosaici, dalle pietre naturali agli optical. In secondo luogo, la capacità di questo materiale
di coniugare la creatività essendo, al tempo stesso, soggetto ed oggetto della stessa. Si
tratta di una funzione non da poco, se si pensa al grande successo che incontrano i prodotti
di industrial design made in Italy, a cui la ceramica italiana – sia piastrella che sanitario –
appartiene a pieno titolo”.


Quale significato ha la presenza di Mario Botta a Cersaie?

“Già da alcuni anni è in programma un convegno con un protagonista dell’architettura
contemporanea, e Mario Botta rientra a peno titolo tra questi. L’idea che sta alla base di
questi incontri, che registrano una grande partecipazioni di giovani, è di ascoltare dalla viva
voce di chi li ha pensati e progettati alcuni di quei progetti universalmente riconosciuti come
capolavori. A questa si affianca poi l’idea che proprio le giovani generazioni possano
attingere dai tanti materiali dell’attiguo Cersaie per sviluppare le proprie idee progettuali.
Proprio nell’osmosi tra quello che di più innovativo c’è in fiera e la creatività espressa dal
progettista che può scaturire quella scintilla che crea il bello degli spazi, intesi nelle sue più
ampie accezioni”.


Per concludere, cosa si aspetta e cosa si augura da questo 25° di Cersaie?

“Che sia sempre uguale a se stesso e, al tempo stesso, sempre diverso. Intendo dire che
sia in grado di continuare a confermarsi a questi elevati livelli di eccellenza e di attrattiva
che gli vengono universalmente riconosciuti, ma che nel contempo continui ad essere il
palcoscenico su cui, ogni, anno, va in scena tutto ciò che è innovazione, tendenza, futuro”.