Migliorare il potere d’acquisto di tutte le pensioni. Finanziare con risorse adeguate il Fondo nazionale della non autosufficienza e rendere pienamente applicativo quello regionale. Contenere i costi di tariffe locali e prestazioni socio-sanitarie per sostenere i redditi più bassi. Sono questi gli obiettivi della nuova fase di mobilitazione dei pensionati dell’Emilia-Romagna decisa oggi, mercoledì 25 ottobre, nella riunione delle segreterie regionali di Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil.
A fronte della grande partecipazione – 154.117 votanti in Emilia-Romagna – al referendum sull’accordo sul welfare tra sindacati e Governo del 23 luglio 2007, che ha visto un vastissimo consenso (97,2%) all’intesa espresso dai pensionati, le segreterie di Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil rilanciano una mobilitazione complessiva, a partire dalla finanziaria 2008, a sostegno di interventi per migliorare le condizioni di vita degli anziani.
“Le assemblee dei pensionati dell’Emilia-Romagna – dicono Maurizio Fabbri, Franco Andrini e Luigi Pieraccini, rispettivamente segretari generali di Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil – ci consegnano due priorità assolute e indifferibili: migliorare il potere d’acquisto di tutte le pensioni utilizzando le risorse derivanti dalla lotta all’evasione, e sostenere il Fondo nazionale per la non autosufficienza con risorse certe e congrue”.
Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil, che in Emilia-Romagna contano circa 700 mila iscritti, chiedono che la rivalutazione delle pensioni debba avvenire attraverso una pluralità di interventi, da attuare a partire dall’imminente Finanziaria per il 2008.
“Per garantire il mantenimento del potere d’acquisto delle pensioni si devono innanzitutto ridefinire i meccanismi di adeguamento al costo della vita – aggiungono Fabbri, Andrini e Pieraccini -. Occorre poi ridurre le tasse sulle pensioni, unificare a 8.000 euro anno il limite di reddito esente da tasse come per il lavoro dipendente, rivedere l’aliquota di reversibilità per coloro che non hanno altri redditi propri e risolvere definitivamente il problema degli incapienti, ovvero di chi ha un reddito così basso da non poter usufruire degli sgravi fiscali previsti dalla Finanziaria per il 2007, concedendo loro il rimborso delle spese sanitarie e delle altre spese deducibili”.
Le richieste di Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil sono dirette anche alla Regione e ai Comuni dell’Emilia-Romagna, con cui i sindacati ritengono indispensabile aprire una nuova fase concertativa mirata a una nuova politica dei redditi basata su misure di trasparenza e progressività del prelievo locale e vincoli precisi per la sua destinazione.
“E’ necessaria una regia fra Governo e istituzioni locali per coordinare le scelte di fiscalità ed evitare la sovrapposizione dei vari livelli impositivi – spiegano Maurizio Fabbri, Franco Andrini e Luigi Pieraccini -. A Comuni e Regione chiediamo in particolare di estendere tariffa sociale e politiche di equità, anche attraverso l’utilizzo dell’ISEE (l’indice che misura il reale reddito delle persone), per tutelare i redditi bassi dei pensionati”.
Un nuovo passo in avanti sulla non autosufficienza è, infine, la richiesta dei pensionati rivolta alla Regione Emilia-Romagna: “Occorre verificare la coerenza degli interventi fin qui realizzati e l’applicazione degli indirizzi attuativi regionali – concludono i segretari regionali di Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil -, con l’obiettivo di sviluppare la domiciliarità e garantire l’omogeneizzazione e l’integrazione dei servizi”.