I dati Inail sull’andamento infortunistico dell’anno 2006 evidenziano, per l’ennesima volta, la pesante insicurezza che vige nei cantieri edili.
In Emilia Romagna sono morti 29 lavoratori nel 2006, in aumento rispetto al 2005, quasi 13.000 infortuni in regione, questi dati ci consegnano un bilancio sociale inaccettabile.


Tra le vittime di infortunio, sono in aumento i lavoratori di nazionalità straniera.
Il cantiere si conferma come luogo insicuro, sia per le condizioni di irregolarità dei rapporti di lavoro, presenza di lavoro nero o irregolare, in regione si sta manifestando in forma abnorme una presenza di rapporti di lavoro a partime incompatibile con l’organizzazione stessa del lavoro nei cantieri, sia per un’evidente violazione delle norme di sicurezza.
Non ci stancheremo mai di denunciare una particolarità del processo produttivo “tutta italiana” frantumata, che ci consegna imprese “nane” e spesso un’organizzazione del lavoro precaria.
Le iniziative da intraprendere, se si vuole invertire la tendenza in modo significativo, sono urgenti: serve un sistema di accreditamento delle competenze e risorse minime per sviluppare una attività imprenditoriale nel settore, oggi quello delle costruzioni è il settore dove chiunque può operare anche senza competenze; la irregolarità deve essere combattuta con sanzioni economico amministrative che la rendono svantaggiosa; con le risorse recuperate va potenziata ulteriormente la vigilanza e la formazione in ingresso del personale, ma soprattutto il luogo di lavoro deve essere trasparente e controllato quotidianamente a partire dagli orari di lavoro anche con l’ausilio di tecnologie informatiche.

(Valentino Minarelli – Segretario Generale)