Cresce anche in Emilia-Romagna la produzione e il consumo di cibi funzionali, ovvero alimenti caratterizzati dalla presenza di sostanze nutritive utili alla salute e al benessere e alla riduzione del rischio di malattie. Latte con aggiunta di fibre, vitamine e calcio, ad esempio, oppure yogurt con colesterolo buono, ma anche pasta e verdura “speciale”. Alimenti, insomma, a prova di salutista.

E per sostenerne ancor più lo sviluppo il Consorzio Aster, nell’ambito di un progetto europeo per la diffusione della ricerca e della tecnologia, lancia l’iniziativa “Gli alimenti funzionali in Emilia-Romagna: vincoli e opportunità”. Questo il titolo dello studio che sarà pubblicato a gennaio e presentato in anteprima domani, 19 dicembre, presso l’Area della Ricerca del CNR – sala 215 – in via Gobetti 101, a Bologna.

“Anche in Emilia-Romagna – spiega Teresa Bagnoli di Aster – ci sono imprese molto importanti, che si stanno aprendo a questo tipo di alimenti, già molto diffusi in Paesi del Nord Europa che non possono beneficiare della ricca dieta Mediterranea”. Questi prodotti, nella nostra regione, fanno riferimento già a diversi comparti produttivi, come ad esempio il comparto industriale lattiero-caseario, in cui nuove linee di prodotti funzionali, rileva Bagnoli, “rappresentano un vantaggio per le aziende anche rispetto al ritorno in termini di immagine”. Un comparto che, allo stesso tempo, necessita di un contributo molto alto sul fronte della ricerca, e una visione strategica che vada al di là degli obiettivi di breve periodo.

Partendo da questi presupposti – un mercato in crescita, un settore in rapido e poderoso sviluppo – Aster ha realizzato un’azione pilota di “foresight”, finalizzata ad individuare i principali driver tecnologici e di mercato nel comparto degli alimenti funzionali in Emilia-Romagna. Il progetto – che ha visto la partecipazione di aziende del settore, docenti e ricercatori, referenti della Regione Emilia-Romagna – si indirizza in particolare alle imprese della regione che hanno già realizzato o hanno allo studio la produzione e la commercializzazione di questo tipo di alimenti.

“Fare azione di ‘foresight tecnologico’ – nota Teresa Bagnoli – significa costruire una vision sul futuro, una prospettiva di medio lungo termine in funzione della quale orientare le azioni e le scelte strategiche del presente. Questo può valere, ad esempio, per le istituzioni pubbliche, che devono decidere verso quali indirizzi innovativi e tecnologici far ricadere i finanziamenti pubblici, come orientare i propri bandi, ma anche per le imprese, che hanno necessità di implementare nuove strategie produttive e di mercato”. Troppo spesso legate a una programmazione di breve periodo, le aziende che operano in un comparto innovativo come quello degli alimenti funzionali avrebbero tutto da guadagnare dall’esplorazione delle nuove frontiere della ricerca in questo settore.

Il seminario di domani, che vedrà la partecipazione di imprese, docenti, ricercatori, esperti, si aprirà alle 9.15 con la presentazione – da parte di Valeria Bandini di Aster – dello studio realizzato dal Consorzio. Seguiranno l’analisi delle “Prospettive dal punto di vista delle imprese”, con interventi di Stefania Casale (Granarolo Spa), Filiberto Mazzanti (Consorzio delle Buone Idee Soc.Cons.r.l.), Silvia Vertuani (Ambrosia Lab Srl). A presentare le “Sfide e opportunità dal punto di vista della ricerca” saranno invece Maria Elisabetta Guerzoni e Erasmo Neviani, docenti, rispettivamente, al Dipartimento di Scienze degli Alimenti dell’università di Bologna e al Dipartimento di Genetica, Biologia dei Microrganismi, Antropologia, Evoluzione dell’ateneo di Parma. Chiuderanno l’incontro tre interventi di carattere economico, normativo e politico: “Le caratteristiche e le prospettive del comparto”, di Luigi Pelliccia, Federalimentare, “La nuova normativa sugli alimenti funzionali”, di Chiara Marinuzzi, Studio legale Gaetano Forte, “La rilevanza del comparto, politiche regionali, strumenti e azioni”, di Giorgio Moretti, Assessorato alle Attività produttive della Regione Emilia-Romagna, e Simona Spagnoli, dell’Assessorato regionale all’Agricoltura.

Aster ha realizzato questa azione pilota nell’ambito del progetto europeo “Foresight Laboratory of Europe”, finanziato dall’Azione “Regioni della Conoscenza 2” del Sesto Programma Quadro di Ricerca, Sviluppo Tecnologico e Dimostrazione. Il progetto ha lo scopo di aumentare gli investimenti nella ricerca e nello sviluppo tecnologico a livello regionale attraverso il confronto fra le politiche regionali di R&S, lo scambio di esperienze su iniziative di foresight esistenti e le collaborazioni transregionali. Più in particolare, gli obiettivi mirano a migliorare la capacità di progettazione strategica delle regioni partner tramite la sperimentazione di metodi di foresight; a favorire lo scambio di esperienze e la creazione di un forum transregionale che operi come “laboratorio di foresight” attraverso la realizzazione di azioni pilota; a contribuire all’aumento degli investimenti in Ricerca e Sviluppo tecnologico nell’Unione Europea. Tra i partner del progetto Foresight Laboratory of Europe, oltre al Consorzio Aster, figurano Inno Scandinavia AB (Svezia), Ministry for Education, Science and Culture, Mecklenburg-Vorpommern (Germania), DahménInstitute (Svezia), Faculty of Economics and Management – University of Szczecin, West Pomeranian (Polonia), Region of Skåne (Svezia).

Aster – Scienza Tecnologia Impresa è il Consorzio tra Regione Emilia-Romagna, università, enti di ricerca e imprese per lo sviluppo di servizi e progetti comuni di interesse regionale atti a promuovere la ricerca industriale, il trasferimento tecnologico e l’innovazione del tessuto produttivo dell’Emilia-Romagna, attraverso il coordinamento e il supporto alla Rete regionale della ricerca industriale e del trasferimento tecnologico.