Il colpo di reni alla fine c’è stato e quello che per i commercianti modenesi si presentava come un Natale decisamente in grigio, a consuntivo, appare più positivo del previsto. A sorridere è il 64 per cento degli imprenditori intervistati, anche se solo il 5 per cento di questi definisce ottimo l’andamento delle vendite, gli altri parlano di risultati buoni (14 per cento) o discreti (45 per cento).

Nonostante la ripresa finale, non si può però parlare di un Natale a cinque stelle per gli operatori della nostra provincia: ad evidenziarlo le percentuali di quanti definiscono scarsi (30 per cento) se non addirittura cattivi (7 per cento) i risultati ottenuti negli dieci giorni prima di Natale.

È questo il quadro che emerge dell’indagine realizzata da Confesercenti Modena sull’andamento delle vendite nel periodo prenatalizio. Cento i commercianti intervistati in tutta la provincia: abbigliamento, alimentari, elettronica, giocattoli, profumi, telefonia, libri, elettrodomestici i settori di appartenenza.

Anche quest’anno la parte del leone la fa l’elettronica, a partire dalle consolle per i video-giochi le cui vendite sono aumentate del 20 per cento. Soddisfacenti anche le vendite di televisori a schermo piatto e di smartphone che sempre più spesso prendono il posto dei semplici cellulari. Molto bene anche la vendita di elettrodomestici, in particolare di lavatrici, così come quelle di profumi griffati. Stabili invece le vendite di giocattoli e libri che comunque rimangono tra i regali più gettonati. Tiene anche il settore alimentare: ancora una volta i modenesi non hanno rinunciato ad una tavola riccamente imbandita. Anche quest’anno prevale in modo netto la predilezione per i prodotti tipici nostrani tra i quali spiccano gli intramontabili tortellini, preferibilmente fatti a mano, e l’aceto balsamico. Tra i dolci industriali vince nettamente il panettone sul pandoro con un rapporto di due a uno. Segnano invece il passo la frutta esotica e i vini particolarmente costosi.

Le note dolenti riguardano invece il settore dell’abbigliamento. A soffrire sono soprattutto i negozi che propongono abbigliamento classico; in particolare per i capi spalla si registrano sensibili flessioni rispetto all’anno precedente. Un po’ meglio la vendita di maglieria, soprattutto di qualità medio-bassa. La speranza è che i prossimi saldi, al via dal 5 di gennaio, possano dare fiato ad un settore che da diversi mesi vive una fase difficile.