Sconcerto e grande inquietudine per l’ennesimo incendio di natura dolosa ai danni di un ristorante gestito da imprenditori di etnia cinese. È questa la reazione della Fiepet-Confesercenti Modena a seguito del ripetersi, a distanza di pochi giorni di un grave episodio ai danni di un imprenditore del campo della ristorazione. Un fatto che, secondo l’associazione, ha tutto il sapore di un atto intimidatorio. Per questo si chiede con insistenza alle forze dell’ordine di intensificare il lavoro investigativo anche per scongiurare il radicamento della malavita organizzata in provincia.
«Tali fatti, uniti alle recenti scoperte di laboratori clandestini, nonché alle numerose denunce per lo sfruttamento di manodopera irregolare – commenta Alberto Crepaldi, responsabile settore ristorazione di Confesercenti – fanno emergere una situazione molto delicata e preoccupante rispetto alla possibile presenza di organizzazioni criminali sul nostro territorio».
A ciò va aggiunto che, secondo il presidente di Fiepet-Confesercenti, Pellegrino Buffagni, «anche a Modena si assiste da diverso tempo ad un forte turnover nella conduzione delle attività di pubblico esercizio, spesso a seguito di assai repentini variazioni nella loro titolarità, che credo non possano essere solo conseguenza della pur rilevante volatilità del mercato della attività di ristorazione».
Come viene evidenziato anche nel rapporto 2007 sulla sicurezza e l’ordine pubblico del Ministero dell’Interno, è risaputo che le ingenti disponibilità finanziarie della criminalità organizzata, costituite principalmente con i proventi derivanti da diverse attività illecite (come, ad esempio, dall’organizzazione dell’immigrazione clandestina, dallo sfruttamento degli immigrati e della prostituzione, nonché dal business dell’illecita importazione di merci) tendono ad essere reimpiegate nell’acquisizione di immobili, nell’apertura di nuove attività commerciali, nell’acquisto di imprese, nonchè nella gestione di prestiti usurari.
«A fronte dei fatti di questi giorni, chiediamo alle forze dell’ordine di intensificare lo sforzo teso a individuarne quanto prima i responsabili; nello stesso tempo – conclude Crepaldi – anche al fine di scongiurare il radicamento della malavita organizzata sul nostro territorio, è indispensabile che la magistratura volga le proprie attività di indagine, con sempre maggiore forza, ad accertare e disarticolare la eventuale presenza di gruppi criminali riconducibili a organizzazioni malavitose».