Il lavoro irregolare è una piaga che va combattuta e contrastata, sia perché si violano i diritti dei lavoratori sia perché si alterano le regole della libera concorrenza. Il contrasto e la repressione di comportamenti irregolari non possono però essere l’unica leva su cui agire.
Occorre anche compiere una seria riflessione sulle soluzioni normative messe a disposizione degli operatori e sulla loro adeguatezza rispetto alle peculiarità, a tutti note, del settore della ristorazione. Il settore per una corretta gestione, sia in termini di qualità del servizio, sia d’equilibrio economico, ha bisogno di non essere caricato da un eccesso di burocrazia e quindi di regole semplici, facilmente applicabili e coerenti con le esigenze di flessibilità delle imprese, in modo da non penalizzare gli imprenditori nello svolgimento della loro attività.
Nei mesi scorsi, con l’abolizione del contratto a chiamata, strumento idoneo a far fronte alle condizioni di discontinuità lavorativa tipiche dei pubblici esercizi, si è di fatto resa più rigida la procedura d’inserimento temporaneo di personale. Oggi l’unica soluzione che il ristoratore può adottare allorquando il numero di prenotazioni diventa rilevante – si pensi ad esempio ai fine settimana – è l’assunzione il giorno prima e, la chiusura del rapporto di lavoro 48 ore dopo. Basta il buon senso per capire che una norma di questo tipo è assolutamente inadatta sotto due profili: per l’eccesso di burocrazia e per le difficoltà oggettive che si hanno nello stabilire con un giorno di anticipo quante persone siederanno nelle sale del ristorante. Tutti noi sappiamo che il più delle volte le prenotazioni sono effettuate poche ore prima. A complicare ulteriormente la situazione, il fatto che è particolarmente difficile reperire personale, anche perché, comunque, si tratta di attività che vengono svolte in orari particolari e che possono garantire solo un reddito di natura integrativa. Sui quest’ultimo fronte proprio in questi giorni Confesercenti sta attivando una apposita Agenzia di Intermediazione del Lavoro che agevolerà l’incontro tra domanda e offerta.
Confesercenti, visto anche il peso del settore – diverse decine di migliaia di imprese in tutta Italia che danno lavoro e producono ricchezza – chiede quindi al prossimo Governo che si lavori per approvare, in tempi brevi, una legge adeguata. L’Associazione è convinta che le irregolarità vanno contrastate, ma occorre contestualmente che ci siano le forme contrattuali adatte per consentire alle imprese di muoversi sul terreno della legalità.