“Il servizio alla casa protetta Ramazzini è garantito dalla cooperativa Domus. I parametri organizzativi sono conformi, anzi superiori, a quelli fissati dalle delibere regionali in materia. La sicurezza degli ospiti nelle case protette viene dunque garantita in ogni modo, nonostante alcuni episodi siano estremamente difficili da prevedere e prevenire”. Così l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Modena Francesca Maletti ha risposto in consiglio comunale all’interrogazione del consigliere Mauro Tesauro (Verdi) sull’aggressione verificatasi alla casa protetta Ramazzini.


“Non vogliamo parlare del caso specifico”, ha precisato Tesauro, “ma ci chiediamo se e in che modo viene garantita la sicurezza degli ospiti nelle case protette modenesi”. L’assessore ha precisato che: “un caso come quello citato è veramente difficile da prevenire perché non rientra nelle patologie dementigene o in altre patologie note. Nella cartella sanitaria della persona definita come aggressore non c’era traccia, in passato, di comportamenti aggressivi. Proprio quella mattina, la persona era stata sottoposta a visita psichiatrica dove non era stato segnalato nulla rispetto a eventuali pericoli per sé e per gli altri. Un raptus, purtroppo, può capitare”.
Mauro Tamburi di Forza Italia ha precisato: “con la legge Basaglia abbiamo chiuso i manicomi, ma i pazienti psichiatrici sono stati distribuiti nelle strutture per anziani. È un problema presente, che ci sarà sempre. È importante formare gli operatori in modo adeguato”. Mauro Tesauro ha replicato: “l’interrogazione non voleva assolutamente speculare su questo caso. Non credo che il caso specifico c’entri con la legge Basaglia, anche se mi rimetto a chi ha la competenza. Ringrazio l’assessore per la risposta e per l’onestà intellettuale, e convengo con il consigliere Tamburi sulla questione del personale impiegato dalle cooperative: la precarietà del personale e la formazione degli operatori sono temi chiave”. L’assessore Maletti ha replicato: “la riduzione del turnover del personale è uno dei requisiti che abbiamo posto negli appalti alle cooperative che gestiscono le nostre case protette. Tra pochi mesi avremo alcuni dati in proposito. Nel caso specifico comunque la persona non era affetta da patologie dementigene o psichiatriche”.