Ucraina, intorno ai 44 anni, un titolo di studio medio-alto e una famiglia che l’aspetta di ritorno in patria. È questo il ritratto della maggior parte delle “badanti” che lavorano nella provincia di Modena come risulta dalla ricerca “Da badanti ad assistenti familiari: una pluralità di ruoli, un’attività da qualificare”, promossa dalle Consigliere di parità della Provincia di Modena, che sarà presentata mercoledì 12 marzo, alle ore 14,30, al Baluardo della Cittadella.

Secondo i dati forniti dall’Inps risalenti al 2006, si stima che le badanti in provincia di Modena siano 3.940 (la cifra è stimata perché i dati non scorporano il lavoro di assistente familiare dalla collaborazione domestica). A questa cifra bisogna aggiungere la quota, difficilmente quantificabile, di lavoro irregolare e sommerso. L’indagine, realizzata dalla sociologa Catia Iori e da Monica Russo, è stata di tipo qualitativo, attraverso interviste somministrate a 150 badanti che lavorano sul territorio modenese. Le intervistate provengono in massima parte da Ucraina (41 per cento), Moldavia (23 per cento), Romania (12 per cento) e Polonia (7 per cento), hanno tra i 40 e i 55 anni, ma un quinto del campione supera questa età, sono sposate e con figli e hanno un progetto migratorio di medio-lungo periodo con l’obiettivo di accumulare risorse sufficienti a garantire ai figli la possibilità d studiare e di garantirsi un futuro più stabile.
Nel 90 per cento dei casi, al loro arrivo in Italia, sono passate attraverso un periodo di irregolarità seguito però, nel 75 per cento dei casi, da un contratto regolare che le porta a guadagnare tra i 600 e i mille euro al mese. In patria erano per lo più impiegate, casalinghe o infermiere che hanno deciso di diventare badanti perché è il lavoro più facile da trovare e più semplice da svolgere oltre al fatto che l’inserimento in una famiglia italiana, spesso in coabitazione, fornisce protezione e sicurezza.

La presentazione di domani a Modena
Fornire una “mappa conoscitiva” dello status giuridico, economico e sociale delle badanti e costituire un punto di riferimento per gli operatori istituzionali. Sono questi gli obiettivi della ricerca “Da badanti ad assistenti familiari: una pluralità di ruoli, un’attività da qualificare”, promossa dalle Consigliere di parità della Provincia di Modena, che sarà presentata mercoledì 12 marzo, alle ore 14,30, al Baluardo della cittadella (in piazza Tien an men a Modena).
L’incontro sarà introdotto dalle consigliere di parità Isa Ferraguti e Mirella Guicciardi, poi Catia Iori, sociologa e curatrice della ricerca, illustrerà i dati emersi e, infine, Loredana Ligabue, direttrice del progetto Equal Aspasia, approfondirà il tema delle esperienze e degli strumenti per l’inserimento sociale delle assistenti familiari.
Alle ore 17 è in programma una tavola rotonda alla quale parteciperanno gli assessori provinciali al Lavoro e immigrazione Gianni Cavicchioli e alla Sanità e politiche sociali Maurizio Guaitoli; i sindacalisti Tania Sacchetti (Cgil), Francesco Falcone (Cisl) e Alberto Zanetti (Uil); la sociologa Marina Piazza.