E’ da oggi disponibile il volume “L’Osservatorio di Modena: 180 anni di misure meteoclimatiche“, pubblicato dalla Società Meteorologica Italiana Onlus (SMI, sito Nimbus) in base a un progetto finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, col sostegno del Dipartimento di Ingegneria dei Materiali e dell’Ambiente dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia.

Del volume, che ha il patrocinio dell’Ateneo emiliano e del Comune di Modena, ne sono autori Luca Lombroso e Salvatore Quattrocchi, soci della Società Meteorologica Italiana (SMI) e tecnici dell’Osservatorio Geofisico universitario, con la collaborazione della redazione scientifica della SMI. La prefazione è di Luca Mercalli, Presidente della Società Meteorologica Italiana, e le introduzioni sono state curate da Andrea Landi, Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, da Gian Carlo Pellacani, Rettore dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e da Anna Corradi, Direttore del Dipartimento di Ingegneria dei Materiali e dell’Ambiente.
Il volume, di 501 pagine, a colori, riccamente illustrato, copertina in brossura, dim. 21 x 26 cm, è distribuito attraverso il portale www.nimbus.it e può essere ordinato anche attraverso le principali librerie.

Il libro si apre con l’inquadramento geografico di Modena e con la storia dell’Osservatorio, quindi raccoglie l’imponente e prestigioso patrimonio di dati dei vari parametri: temperatura, pioggia, neve, pressione, umidità, sole, vento, nubi, ecc. Tutte le misure dell’Osservatorio sono raccolte in numerose tabelle con i valori medi, totali, somme, e statistiche varie commentate e spiegate per renderle facilmente leggibili. A ciò si aggiungono grafici che fanno comprendere e illustrano le condizioni climatiche medie di Modena e le variazioni storiche dei parametri utilizzati. Il cambiamento climatico in corso è ben rilevabile anche a Modena, non solo come riscaldamento e aumento delle temperature ma anche attraverso le piogge, che vedono confermato e dimostrato un aumento dei fenomeni intensi; evidente poi il cambiamento della nevosità che appare più che dimezzata rispetto al secolo scorso. Dati e grafici sono resi più “leggeri” e interessanti anche per il non esperto o il semplice curioso della storia locale dalle cronache e dalle fotografie.

“L’auspicio – dice il Rettore prof. Gian Carlo Pellacani – è che questo volume, oltre a dare conto dell’enorme patrimonio che racchiude il nostro Osservatorio, restituisca interesse e desiderio a recuperare la struttura ad una piana fruibilità. E’ anch’esso un luogo della memoria, un luogo storico della città che vogliamo sia condiviso dai modenesi e non solo dagli esperti della comunità scientifica”.

I “grandi inverni” soddisferanno le curiosità dei patiti della meteorologia, e scopriremo così che l’inverno del 1879/80 era talmente gelido da far apparire dolci alcuni dei recenti inverni in cui si è gridato al “gelo polare”. Le fotografie, anche d’epoca, grazie alle immagini gentilmente concesse dal Fotomuseo Giuseppe Panini, dal fotografo Mauro Stradi e da altri collaboratori, restituiscono una dimensione anche visiva di come Modena è cambiata nel tempo e col tempo. Era normale vedere il centro storico sepolto di neve o le campagne alle prese con le alluvioni del Secchia e del Panaro, prima dell’innalzamento dei loro argini e della realizzazione delle casse di espansione, conseguenti ad intense precipitazioni. Non manca un tocco letterario con la citazione di alcune poesie a tema meteorologico, e popolare con il commento dei proverbi a tema meteorologico. Alcuni di questi, grazie alle “analisi di frequenza”, trovano conferma dalle misure e sempre grazie all’analisi delle frequenze sarà più facile capire quali sono i giorni più facilmente piovosi o nevosi.

Il progetto nasce da un’idea della Società Meteorologica Italiana che, nell’ambito dei suoi scopi statutari, promuove “la tutela, la valorizzazione e lo studio dell’ambiente atmosferico, con particolare riguardo ai cambiamenti climatici, secondo gli articoli 5 e 6 della UNFCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change). In questo ambito, la valorizzazione degli Osservatori storici, come quello di Modena, rappresenta un punto fondamentale dell’attività della Società Meteorologica Italiana che ha potuto concretizzarsi grazie al progetto presentato e finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena ed all’incoraggiamento del Dipartimento di Ingegneria dei Materiali e dell’Ambiente dell’Università degli di Modena e Reggio Emilia.

“Nell’onorare il proprio tradizionale impegno a favore del patrimonio storico e culturale del territorio, la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena ha riservato negli anni particolare attenzione al Palazzo Ducale e alle collezioni estensi – commenta il presidente Andrea Landi -. L’edizione di un volume sull’antico Osservatorio Meteorologico, istituito nel 1826 dal Duca Francesco IV d’Este e tuttora attivo a Palazzo Ducale, nel torrione di levante, costituisce un ulteriore tassello in quest’opera di valorizzazione dell’edificio monumentale e del patrimonio in esso custodito”.

Il volume fa parte della Collana “Memorie dell’atmosfera”, diretta da Luca Mercalli, Presidente della Società Meteorologica Italiana; nella collana vi sono già volumi sull’Osservatorio di Moncalieri, sul clima della Valle d’Aosta e Val Sangone, su clima e ghiacciai del Canavese e della Val Sesia. Il volume sul clima di Modena rappresenta un’altra tappa del percorso avviato con questa Collana ed un punto di prestigio e completamento della medesima.
Il taglio del volume è divulgativo – ma allo stesso tempo scientificamente rigoroso, arricchito da approfondimenti scientifici su aspetti peculiari del clima modenese – in grado di soddisfare le esigenze di un po’ tutti i lettori, dallo specialista all’appassionato, dagli studenti ai professionisti. Con questo volume la Società Meteorologica Italiana e l’Osservatorio Geofisico del Dipartimento di Ingegneria dei Materiali e dell’Ambiente dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia vogliono così mettere a disposizione della comunità un importante patrimonio storico-scientifico e climatologico, lasciando anche ai posteri, “un materiale ben ordinato” come disse Padre Francesco Denza, fondatore della Società Meteorologica Italiana, e “un’immensa copia di documenti meteorologici” come dichiarò Domenico Ragona, Direttore dell’Osservatorio di Modena dal 1863 al 1892.

“Denza e Ragona erano personalità geniali e rivali” dichiara Luca Mercalli, Presidente della Società Meteorologica Italiana. “E’ quindi con soddisfazione che a oltre un secolo dalla scomparsa del Ragona e del Denza, tributiamo a entrambi l’omaggio di veder pubblicati i numeri dell’Osservatorio di Modena per iniziativa della Società Meteorologica Italiana”.
“E’ con orgoglio e piacere”, dichiarano Luca Lombroso e Salvatore Quattrocchi, autori del libro, “che abbiamo svolto questo lavoro, dedicandoci ore e ore di appassionato studio e ricerca. Un modo per mettere a disposizione la nostra conoscenza e la nostra passione per la meteorologia. Il nostro auspicio,” aggiungono Lombroso e Quattrocchi, “è che questo lavoro serva anche per rilanciare i prestigiosi locali del torrione di Palazzo Ducale sede dell’Osservatorio, rendendoli fruibili ai modenesi e alla comunità scientifica”.