Via libera, mercoledì 2 aprile, da parte del Consiglio provinciale al documento che risponde alle 39 osservazioni presentate da associazioni, enti e cittadini e alle riserve della Regione alla variante generale al Piano territoriale del Parco dei Sassi che prevede l’allargamento dei confini del Parco. Ha votato a favore la maggioranza (Pd, Prc e Verdi), contrari FI-Pdl, An, Lega nord e Udc.

Come ha spiegato Alberto Caldana, assessore provinciale all’Ambiente, «sono state accolte diverse richieste che però non comportano sostanziali modifiche al progetto. Riteniamo l’allargamento un scelta utile e necessaria per offrire nuove opportunità di sviluppo per questa parte dell’Appennino. Entrano a far parte del Parco una serie di emergenze naturalistiche già tutelate e una zona contigua dove le tutele non saranno diverse da quelle già previste nella pianificazione comunale».

Ora il progetto ritorna alla Regione per la definizione di un’intesa con la Provincia, in vista della decisione definitiva da parte del Consiglio provinciale prevista prima dell’estate.

Nel corso della discussione Claudia Severi (FI-Pdl), criticando la decisione, ha affermato che questa scelta «porterà solo nuovi vincoli ai residenti e nessuna opportunità», mentre Dante Mazzi (FI-Pdl) ha contestato «l’impossibilità di entrare nel merito delle risposte della Provincia alle osservazioni». Tomaso Tagliani (Udc) ha lamentato «il mancato coinvolgimento dei cittadini», mentre per Demos Malavasi (Pd) «il coinvolgimento dei cittadini c’è stato e il Piano coniuga tutela e sviluppo». Positivo il giudizio di Walter Telleri (Verdi) che ha sottolineato le «difficoltà a far capire ai residenti i benefici del Parco».

Il progetto prevede l’allargamento dei confini del Parco per comprendere i borghi storici di Montecorone e Montalbano, i boschi del Monte della Riva, il Bosco delle Tane e il Sasso di S.Andrea a Zocca; i prati e i boschi del Parco faunistico di Festà e il Centro naturalistico le Cince a Marano. Per collegare queste emergenze al Parco già esistente aumenta la cosiddetta “area contigua” di preparco, portando la superficie complessiva da 1119 ettari a 2.303. Il Piano prevede interventi di restauro dell’habitat naturale e lo sviluppo della bioedilizia, mentre la caccia sarà ammessa solo nelle zone di preparco. Fa parte del provvedimento di estensione del Parco un accordo agro-ambientale siglato da Provincia, ente di gestione del parco e associazioni agricole per la valorizzazione delle imprese.