Con oltre 21 mila istituti di bellezza, 4200 alberghi e agriturismi, 1400 piscine e palestre, circa 500 stabilimenti balneari e 2500 tra centri idrotermali e centri per il benessere fisico, il settore del benessere in Italia è in forte evoluzione e conta circa 56.000 addetti per 16 miliardi di € di volume d’affari.
L’Emilia Romagna è tra le regioni italiane al quinto posto per numero di strutture ricettive dedicate al benessere (beauty farm e hotel con centro benessere) con il 7.4% della quota nazionale.
AICEB (Associazione Italiana Centri Benessere) aderente a Confesercenti per prima ha evidenziato la mancanza di una legislazione specifica per il settore e, a livello nazionale, è stata promotrice di una proposta di legge per i centri benessere attualmente in esame alla Camera dei Deputati.
A livello regionale sono stati disciplinati con la L.R. 16/04 i centri benessere all’interno degli hotel e recentemente è stata approvata la L.R. 2/2008 su “L’esercizio delle pratiche ed attività bionaturali e esercizio delle attività dei centri benessere” (non allocati all’interno di strutture ricettive alberghiere come cita la legge); AICEB considera quindi positivo l’interesse della Regione Emilia-Romagna al settore, ma esprime un giudizio molto critico rispetto al metodo con cui è stata fatta questa seconda legge perché, da un lato, non è stata prevista la consultazione di tutte le associazioni interessate e dall’altro si regolamenta lo stesso settore con due leggi diverse.
“Sono contento – dichiara Gian Marco Rossi, Presidente AICEB e titolare di hotels con centri benessere – che anche a livello regionale si sia arrivati alla presa di coscienza del fatto che un settore come quello del benessere necessiti di regole per definire ruoli, requisiti professionali, strutturali e organizzativi, ma credo anche che non possano e non debbano coesistere leggi in contraddizione tra di loro sullo stesso argomento. Il centro benessere è tale sia dentro gli hotel che al di fuori degli hotel e la disciplina deve essere una soltanto per tutti. C’è bisogno di regole chiare ed omogenee sia per sostenere gli imprenditori, sia per la tutela del cittadino consumatore”.

