Martedì 15 aprile, dalle 14 alle 18, il Centro Didattico Interdipartimentale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena (via del Pozzo 71) ospita l’incontro “Sopravvivere alla Sepsi nel Policlinico di Modena: 3 anni dopo” organizzato dal professor Mas-simo Girardis, medico della Struttura Complessa Anestesia e Rianimazione 1 e dal gruppo di coordinamento del progetto sepsi.

L’incontro ha lo scopo di fornire alle diverse componenti aziendali (la direzione aziendale, i professionisti del gruppo di lavoro allargato, il personale sanitario formato ecc.) e non aziendali (Agenzia Regionale Sanità, altre Aziende Sanitarie della Regione e cittadini) informazioni sulle attività locali e regionali sul problema della SEPSI e fare un bilancio del primo triennio 2004-2007 di attività del progetto “Sopravvivere alla SEPSI” varato nel 2004 dal Policlinico di Modena e coordinato dal dottor Massimo Girardis, dalla dottoressa Patrizia Marchegiano, dal dottor Mauro Codeluppi e dal dottor Marco Marietta.

Con questo progetto l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena è stata fra le prime in Italia a farsi carico del problema della gestione del paziente con sepsi severa attraverso una serie di iniziative volte alla formazione del personale sanitario e all’applicazione tempestiva nella pratica clinica di trattamenti ritenuti efficaci per ridurre la mortalità dei pazienti con sepsi grave.

La SEPSI, la sindrome che si instaura in conseguenza di un’infezione, ha un’incidenza di circa il 2,5% sui ricoverati nelle strutture sanitarie italiane (fino al 15% tra i ricoverati in terapia intensiva), con una mortalità media del 30-35%, che può raggiungere l’80% nei casi di shock settico. La diffusione della sepsi è strettamente legata alle infezioni, sia quelle contratte nel corso dell’assistenza all’interno delle strutture ospedaliere, che costituiscono la percentuale più elevata e sono condizionate anche dalle manovre inva-sive e dal trattamento con farmaci che deprimono il sistema immunitario, che quelle contratte nel proprio ambiente di vita e di lavoro. “In questi tre anni – spiega il professor Massimo Girardis – il progetto si è sviluppato seguendo tre linee principali: la formazione, la stesura di percorsi e protocolli e la misura di impatto clinico del progetto nel raggiungimento dei suoi obiettivi, cioè la riduzione la mortalità.

Oggi si sono svolti in tutto 11 corsi base (2 nel 2004, 4 nel 2005, 3 nel 2006 e 2 nel 2007) e 7 corsi avanzati (3 nel 2005, 2 nel 2006 e 2 nel 2007), che hanno visto la partecipazione di circa 700 dipendenti, tra personale medico strutturato, infermieristico e tecnico; a questi si devono aggiungere numerosi medici in formazione e diversi medici e infermieri di aziende esterne. Abbiamo poi messo in atto una serie di iniziative cliniche tra cui spicca la creazione di un TEAM SEPSI, composto da un medico intensivista e da uno specialista in malattie infettive ed attivabile 24 ore al giorno, che collabora alla gestione e/o prende in carico il paziente con sepsi grave e shock settico in tutti i reparti dell’ospedale. Queste misure hanno portato ad una riduzione della mortalità del paziente con SEPSI grave e shock settico dal 70% al 35% circa. Al riguardo stiamo ultimando un volume sull’attività del progetto che sarà pronto a breve”.

Ricca l’offerta informativa anche quest’anno. Alle tre edizioni del corso base (12 febbraio, 10 giugno, 18 novembre) e all’edizione di quello avanzato (13 maggio) si aggiungerà, infatti, il refresch per entrambi sulle nuove linee guida in due edizioni (19 maggio e 16 settembre).
L’iniziativa dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena si integra col progetto dell’Azienda Regionale Sanità dell’Emilia Romagna chiamato “Lotta alla sepsi in Emilia Romagna” (LaSER) incluso nei Progetti di Ricerca e Innovazione (PRI ER), che ha preso il via nel 2005. Nel quadro del progetto regionale, l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico e l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia hanno ricevuto un finanziamento di circa 30mila euro per lo sviluppo di un software capace di fungere da guida tecnica on line rivolta al clinico, in modo da curare al meglio il paziente.

“Il Policlinico intende conferire sempre maggior importanza alla “sicurezza” nel proprio operare quotidiano nei confronti dei cittadini, che si rivolgono alle sue strutture. In questa direzione va il progetto SOPRAVVIVERE ALLA SEPSI da affiancare ad altri importanti progetti in corso per salvaguardare i pazienti dal rischio di contrarre infezioni durante il ricovero come quelli sulla ferita chirurgica, sulle infezioni in terapia intensiva neonatale, nelle terapie intensive e per la prevenzione delle piaghe da decubito”.
Così ha commentato il direttore generale dottor Stefano Cencetti.