Ancora in bilico la posizione di Antonella Conserva al processo contro i rapitori del piccolo Tommaso Onofri, sequestrato e ucciso la sera del 2 marzo 2006 a Casalbaroncolo. La perizia disposta dalla Corte d’assise di Parma sull’effettiva copertura territoriale assicurata dalla cella telefonica operativa nella zona dov’è avvenuto il rapimento non ha prodotto un risultato certo.

E’ impossibile dire con assoluta certezza, quindi, se al momento di ricevere la elefonata delle 19.34, Antonella Conserva si trovasse in casa propria a Coenzo (frazione vicina al paese di Sorbolo), oppure nella zona dove il suo ex convivente Mario Alessi e il complice Salvatore Raimondi stavano per compiere il rapimento di Tommaso.

Secondo i periti incaricati dal Tribunale, infatti, il segnale della cella H3g viene recepito ”nella cucina della casa di Coenzo” ma non è l’unico segnale presente e, per di più, arriva nella zona abbastanza ”corrotto”. Lo stesso operatore H3g ha fornito ai periti una mappa di copertura territoriale, stando alla quale l’abitazione degli Alessi non sarebbe neppure lambita dal segnale (dato almeno in parte contraddetto dall’esperimento condotto dai tecnici del Tribunale).

Intanto Carmelo Lavorino, consulente della difesa Conserva, ha presentato ai carabinieri di Roma una querela a carico dei Pm della Dda di Bologna Silverio Piro e Lucia Musti, ipotizzando il reato di calunnia. Lavorino ritiene che la propria reputazione professionale sia stata danneggiata dall’iniziativa, assunta dall’accusa nel corso della scorsa udienza, di incriminarlo per falsa testimonianza.

Il processo riprenderà il 12 maggio con la requisitoria dell’accusa.