Finale da Operetta, liberamente tratto da Arthur Schnitzler, viene messo in scena dall’Istituto d’Istruzione Superiore A. Paradisi di Vignola al Teatro Storchi, giovedì 8 maggio alle ore 21.


Ambientato nella Vienna dei primi del Novecento che si avvia verso la prima catastrofe mondiale del secolo. Le storie, gli amori e i valori morali si contrappuntano alla musica eterea e raffinata, sofisticata e spensierata dell’operetta e dei suoi regni di fantasia in una perpetua festa dal sapore di un carnevale di morte: la tragedia e la commedia della vita si risolvono nella malinconia dolciastra del valzer di incontri casuali.

L’amore è solo una vuota e galante coincidenza indefinita: sul palcoscenico uno sciame di impalpabili personaggi femminili, semplici volti che emergono dal fondo indistinto degli arabeschi di Klimt, e sfiorano leggere Anatòl, il protagonista dell’opera, sorta di inconsistente e psicologizzato Don Giovanni austriaco, per poi dissolversi in volo appena uscite di scena.

Nel nostro spettacolo confluiscono alcuni testi di Arthur Schnitzler medico (che ebbe contatti anche con Freud) e letterato austriaco: Anatol, prima opera dell’autore; Girotondo, forse la sua più celebre (e scandalosa), e Doppio sogno, un lungo racconto conosciuto soprattutto per la realizzazione filmica: Eyes wide shut di S. Kubrik.

E proprio Doppio sogno/Eyes wide shut costituisce la “cornice” dello spettacolo: la festa dove l’ormai vecchio Anatol è portato da una ragazzina (chiaro simbolo di una passione amorosa mai spenta) è una festa di morte da cui sarà salvato, dopo aver rivisto come in un sogno, appunto, tutta la sua vita. Solo il sacrificio di una donna senza volto potrà salvarlo: quell’amore inafferrabile, misterioso e sconosciuto che ha inseguito, disperatamente invano, per tutta la vita.