Un nutrito gruppo di storici italiani si dà appuntamento a Modena per fare il punto sulle ricerche che hanno segnato una delle pagine più buie del fascismo: l’emanazione delle leggi antiebraiche, che costarono l’allontanamento dall’insegnamento accademico e, in tantissimi casi, dal nostro Paese, di alcune delle più insigni voci della scienza e della cultura italiana, il più noto dei quali è senz’altro Enrico Fermi.

Anche l’Università di Modena pagò il suo tributo a quella follia xenofoba, costringendo all’abbandono della cattedra 6 suoi docenti: Benvenuto Donati, Marcello Finzi, Angiolina Levi, Leone Maurizio Padoa, Enrico Ravenna e Alessandro Seppilli.

Come si arrivò a quelle decisioni? Quali conseguenze provocarono? Come reagì il mondo accademico? Sono interrogativi su cui da qualche tempo gli storici stanno sollevando squarci di polvere che aiutino a comprendere e a rileggere criticamente quel periodo.

L’applicazione delle leggi antiebraiche nelle università italiane: bilancio delle ricerche e nuove prospettive” è il tema della giornata di studio organizzata dalla Facoltà di Lettere e Filosofia e dal Dipartimento di Scienze del linguaggio e della cultura dell’Università di Modena e Reggio Emilia che vedrà impegnati studiosi e docenti di molte delle Università che più pesantemente risentirono le conseguenze di quel provvedimento.
L’appuntamento è per domani, venerdì 9 maggio, alle ore 9.00 nell’Aula Magna della facoltà di Lettere e Filosofia (Largo Sant’Eufemia 19) a Modena, dove ai presenti verrà porto il saluto della prof. ssa Giovanna Procacci, ordinario di Storia contemporanea dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia.

La relazione introduttiva sarà affidata al prof. Roberto Finzi dell’Università di Bologna. Successivamente nel corso della giornata, che proseguirà anche nel pomeriggio, prenderanno la parola: la prof. ssa Valeria Galimi dell’Università di Siena su “L’allontanamento dei docenti e la politica della razza nell’Università di Modena”; il prof. Andrea Villa dell’Università di Salerno su “L’Università di Parma e il Politecnico di Torino tra antisemitismo e piccoli episodi di ribellione”; la prof. ssa Simona Salustri dell’Università di Bologna su “L’Ateneo bolognese e la politica della razza”; la prof. ssa Elisa Signori dell’Università di Pavia su “Le comunità accademiche lombarde e la politica antiebraica”; la prof. ssa Anna Vinci dell’Università di Trieste su “Le leggi antiebraiche e l’Ateneo di Trieste”; la prof. ssa Francesca Cavarocchi dell’Università di Bologna su “Politica della razza e applicazione delle leggi antiebraiche nell’Ateneo fiorentino”; la prof. ssa Ilaria Pavan della Scuola Normale Superiore di Pisa su “Leggi antiebraiche nell’Ateneo pisano”; il prof. Tommaso Dell’Era dell’Università della Tuscia su “L’applicazione delle leggi antiebraiche e la politica della razza nell’Università di Roma”; la prof. ssa Gloria Chianese della Fondazione Di Vittorio su “Leggi antiebraiche: il caso napoletano tra scuola e università”.
Le conclusioni saranno tratte dal dott. Michele Sarfatti del Centro di documentazione ebraica contemporanea e dal prof. Angelo Ventura dell’Università di Padova.