Un’offerta stabile ed articolata di alta formazione in tutta la Regione, che istituisce i poli tecnici e specializza ogni provincia dell’Emilia-Romagna in un settore specifico, e che consente ai ragazzi e ai lavoratori di frequentare nuove tipologie di corsi, post diploma o in affiancamento al percorso di studio o di lavoro.
La Regione ha approvato il Piano triennale 2008-2010 dell’offerta di formazione alta, specialistica e superiore in Emilia-Romagna, che riorganizza l’offerta formativa sul territorio, con l’obiettivo di offrire a giovani e lavoratori maggiori possibilità di acquisire nuove competenze e di corrispondere al bisogno di alta professionalità delle imprese.
Nascono i poli tecnici, costituiti da istituti scolastici, organismi di formazione professionale accreditati, imprese e università che si mettono in rete per qualificare e innovare l’offerta formativa e per la diffusione della cultura tecnica e scientifica. Il provvedimento è stato presentato alla stampa questa mattina in Regione.
“In questi mesi abbiamo coinvolto tutte le parti sociali e le realtà territoriali per costruire una proposta organica di alta formazione – spiega l’assessore regionale alla Scuola, Lavoro, Formazione professionale e Università Paola Manzini – è un sistema regionale che raccoglie e valorizza le vocazioni dei diversi territori dell’Emilia-Romagna e che coinvolge scuole, enti di formaizone, imprese e università per dare ai giovani ma anche alle persone che sono già all’interno del mercato del lavoro, nuovi strumenti di formazione specialistica, capaci magari di farli progredire nella loro carriera”.
I Poli Tecnici
Sono costituiti dalla rete delle attività proposte da istituti scolastici, organismi di formazione professionale accreditati, imprese, università, per potenziare le singole iniziative e accelerare la diffusione dei risultati a tutto il sistema economico, sociale e formativo. Un’offerta formativa dinamica e flessibile, in grado di attrarre le imprese e i giovani che vogliono appropriarsi della cultura tecnica e scientifica per inserirsi in una impresa, per crearne una nuova o per continuare la loro preparazione in campo accademico o di ricerca. L’offerta formativa dei poli non si rivolge soltanto ai giovani, ma anche agli adulti occupati che hanno necessità di mantenere aggiornate le proprie competenze.
Gli ambiti settoriali
A partire dalle sei aree tecnologiche individuate a livello nazionale come strategiche per lo sviluppo del Paese e nelle quali è necessario investire in alta formazione, il Piano regionale ha individuato gli ambiti settoriali e, d’intesa con le Province, ne ha definito la collocazione territoriale.
Sulla base delle vocazioni produttive e della distribuzione dell’offerta di istruzione sul territorio, Piacenza diventa così il polo tecnico sulla logistica e i trasporti, Parma quello sull’agroalimentare, Reggio Emilia , sarà dedicata alla meccatronica, mentre Modena alla meccanica e ai materiali. Bologna avrà il polo tecnico sull’automazione meccanica, Ferrara quello sull’edilizia e i nuovi materiali, mentre la provincia di Ravenna sarà specializzata sull’energia e sull’ambiente, Forlì-Cesena sulla tecnologia dell’informazione e sull’innovazione organizzativa, Rimini nel turismo e benessere.
L’offerta di formazione
L’insieme delle attività formative in rete si realizza con l’offerta di percorsi di formazione specialistica (IFTS) e di formazione superiore che si dovranno relazionare e coordinare con la formazione alta che sarà proposta dagli Istituti Tecnici Superiori (ITS).
L’offerta di percorsi IFTS e di formazione superiore precede quella degli ITS, per i quali si attende l’emanazione del decreto nazionale che determinerà le caratteristiche dei diplomi di Tecnico superiore e dei certificati di Specializzazione Tecnica superiore.
La programmazione regionale prevede:
– corsi ITS, proposti dagli Istituti Tecnici Superiori, di durata biennale (1800/2000 ore) e acquisizione del diploma di tecnico superiore;
– corsi IFTS di durata annuale (800-1000 ore) per l’acquisizione del certificato di specializzazione tecnica superiore;
– corsi di formazione superiore e di alta formazione riferiti al Sistema Regionale delle Qualifiche con l’acquisizione di un certificato di qualifica o di unità di competenza.
Destinatari dell’offerta per i percorsi ITS sono i giovani e gli adulti in possesso del diploma di istruzione secondaria superiore.
Ai corsi IFTS possono accedere anche le persone in possesso della sola ammissione al quinto anno della scuola superiore e anche coloro che non hanno il diploma ma che hanno avuto la certificazione delle proprie competenze.
I percorsi di formazione superiore e alta formazione si rivolgono a giovani e adulti, occupati, disoccupati, inoccupati che abbiano assolto l’obbligo formativo e siano in possesso delle competenze necessarie per accedere agli stessi.
I soggetti attuatori dell’offerta formativa nelle sue diverse opzioni sono:
– per i percorsi ITS: le fondazioni di partecipazione (promosse da un Istituto tecnico o professionale in partenariato con un ente di formazione professionale accreditato dalla Regione, un dipartimento universitario o un centro di ricerca, imprese ed enti locali), che assumono la denominazione di Istituto Tecnico Superiore con l’indicazione dell’area tecnologica nazionale di riferimento;
– per i percorsi IFTS: le istituzioni scolastiche, gli enti di formazione professionale accreditati dalla Regione, le università e imprese, in partenariato fra loro;
– per i percorsi di formazione superiore e alta formazione, gli enti di formazione professionale accreditati dalla Regione per l’ambito della formazione superiore in partenariato con una o più imprese ed eventualmente con gli altri soggetti del sistema formativo regionale e della ricerca.
Con l’approvazione del Programma triennale 2008-2010, la Regione ha già emanato il bando per progetti di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore e progetti di Formazione alta e superiore, e l’invito a presentare candidature per la costituzione degli Istituti Tecnici Superiori.
Le risorse a disposizione per il triennio sono 30 milioni di euro, provenienti dall’asse Capitale Umano del Fondo Sociale Europeo, a cui vanno aggiunte risorse statali pari, per la prima annualità, a un milione e 300 mila euro.