Si intensificano da questa settimana gli interventi per rimuovere completamente le nutrie nel territorio modenese. In base al piano di controllo promosso dalla Provincia di Modena, in accordo con i soggetti interessati nella gestione dei corsi d’acqua, sono state installate 200 nuove trappole che si aggiungono alle 200 già in funzione gestite da agricoltori, cacciatori e personale dei Consorzi di bonifica autorizzati.

L’intervento è previsto dall’intesa siglata nelle scorse settimane da Provincia di Modena, Aipo, Consorzio di bonifica Burana, Leo, Scoltenna, Panaro; Consorzio di bonifica Parmigiana Moglia, Secchia; Consorzio di bonifica Reno Palata; le associazioni degli agricoltori Agrimprese-Lapam, Associazione Agricoltori, Confederazione italiana agricoltori, Coldiretti, Copagri, e gli Atc Mo 1 e Mo 2.

La nutria è un roditore di grossa taglia (gli adulti arrivano a pesare anche dieci chili) originario del Sudamerica e introdotto in Europa negli anni ‘20 per la produzione di pellicce (il cosiddetto castorino). Dopo la crisi di questa attività, la nutria, non essendo cacciate e in assenza di predatori naturali, ha iniziato a moltiplicarsi velocemente in tutta Europa. Nel modenese la nutria è arrivata intorno ai primi anni ’80; i comuni più interessati sono quelli dell’area nord (Mirandola, S.Felice e Finale Emilia), S.Cesario e Castelnuovo. Pesanti sono state le conseguenze per alcune attività agricole (grano, mais e meloni) ma soprattutto per la sicurezza dei fiumi. Le femmine, infatti, per partorire e allevare la prole (dai quattro ai sei piccoli con più di una gravidanza all’anno) scava a pelo d’acqua nelle rive dei fiumi una tana lunga dai tre ai sei metri mettendone a rischio la stabilità degli argini in caso di piena. Nel 2007 per interventi di ripristino dovuti ai danni provocati dalle nutrie, i Consorzi di bonifica hanno speso oltre 250 mila euro.

Con i piani di controllo gestiti dalla Provincia dal 2000 al 2006 sono stati abbattuti oltre 40 mila esemplari, un po’ in tutto il territorio della pianura modenese, in linea con l’Istituto nazionale per la fauna selvatica che auspica l’eliminazione di questo animale su tutto il territorio nazionale.
Oltre alle trappole sono previsti anche prelievi tramite attività di sparo, effettuata da personale autorizzato. Le trappole saranno collocate nei punti di passaggio abituale delle nutrie; una volta catturati, gli animali saranno abbattuti.