Il Consiglio comunale di Modena chiede a Governo e Parlamento italiano di individuare, in stretto raccordo con gli enti pubblici e privati che negli anni sono intervenuti sul fenomeno, strumenti ed azioni efficaci per il governo dello sfruttamento della prostituzione, partendo dalla lotta al racket. E’ stato, infatti, approvato un ordine del giorno presentato dai consiglieri di maggioranza Teodoro Vetrugno, Fausto Cigni, Mara Masini, Michele Andreana, Enrico Artioli, Achille Caropreso e Antonio Maienza. Non hanno partecipato al voto i consiglieri di minoranza presenti in aula (Fi – Pdl e An – Pdl), e si sono astenute quattro consigliere di maggioranza: Eugenia Rossi, Isabella Massamba, Rosa Maria Fino e Sgarbi Loretta.


Con l’odg il Consiglio chiede “il potenziamento e la stabilizzazione delle azioni finalizzate al contrasto della tratta di esseri umani a scopo di sfruttamento sessuale, con attenzione al coordinamento delle diverse forze dell’ordine italiane, europee ed estere; lo sviluppo e il potenziamento degli accordi bilaterali con i paesi di maggiore provenienza delle donne trafficate, al fine di garantire informazione adeguata nei paesi di origine sulla tratta degli esseri umani; la valorizzazione, in tutte le sedi competenti, italiane e comunitarie, dei programmi di protezione sociale, come strumento efficace di contrasto alla tratta; il potenziamento delle attività di intelligence, anche attraverso il potenziamento degli organici; dotare le Amministrazioni locali di strumenti di intervento regolamentare e amministrativo efficaci per il governo del fenomeno sul territorio, capaci di contemperare le esigenze di sicurezza dei cittadini e il rispetto-tutela delle vittime di tratta; e sviluppare le azioni e le iniziative di recupero e reinserimento sociale delle donne sfruttate o che intendono uscire dalla prostituzione anche attraverso il superamento della logica dei bandi per i progetti di accoglienza, riconoscendo e sostenendo i programmi di protezione sociale nella loro valenza di servizio permanente”.

Durante la presentazione dell’istanza, il consigliere Teodoro Vetrugno del Pd ha invitato tutti i consiglieri ad esprimersi sull’argomento “senza rete, senza giudizi morali, in un confronto libero su un argomento che non mi stupirebbe se avesse una trasversalità nella discussione. Finora le soluzioni di ordine amministrativo trovate in diverse realtà non hanno portato agli esiti che ci aspettavamo. Questo odg chiede che Governo e Parlamento italiano su questa materia possano mettere mano e trovare soluzioni concrete anche di carattere innovativo. Vorrei che il Consiglio trovasse una larga condivisione per fare da pungolo a livello nazionale”.
Nel suo intervento, il consigliere Achille Caropreso, da poco confluito nel Pd, ha sottolineato come “i punti sui quali non si può derogare nella realizzazione di una nuova, auspicabile normativa per il contrasto alla prostituzione sono due: il racket, che rappresenta il primo avversario, e la tutela del minore. Una legge non può prescindere dalla lotta al racket, che regge le fila della prostituzione, e dall’obiettivo di tutelare in primo luogo i minori. Fatti salvi questi due aspetti il legislatore potrà incidere come meglio ritiene”.

Per Adolfo Morandi di Fi – Pdl “l’odg, così come presentato, è molto generico: sono tutte parole, in parte condivisibili, ma non c’è alcun elemento utile per affrontare il problema della prostituzione. Da parte del Pdl c’è un atteggiamento di duro contrasto a chi sfrutta la prostituzione e alle prostitute: minano i fondamenti della società che si basa sulla famiglia. E’ giusto portare avanti azione di recupero, ma in prima battuta serve un’azione di contrasto: si possono prevedere sanzioni anche nei confronti di chi utilizza la prostituzione, ciò non significa abbandonare di chi vuole uscire dalla prostituzione”.

La consigliera del Pd Mara Masini fatica “a pensare che la prostituzione attenga alla libertà di scelta delle donne. Nella maggior parte dei casi sono elementi e condizionamenti che spingono alla prostituzione, la condizione socio-culturale: è necessario partire agendo sui paesi di origine della tratta. Non condivido, quindi, l’approccio moralista o repressivo del fenomeno, in cui è forte la tentazione di minimizzare il ruolo dell’altro attore: colui che ne fa utilizzo. Il problema non va limitato definendo il luogo in cui può essere praticata: le case di appuntamento rendono le donne ancora più ricattabili, invisibili e irraggiungibili da quelle associazioni che tentano di portarle fuori da questo giro”.

“In Italia c’è una tratta delle schiave, ma è solo del 20%, il resto è una libera scelta. Le lotte internazionali per la tratta, quindi, risolvono solo minimamente il problema” ha commentato Rosa Maria Fino, consigliera di Società civile per il Ps. “Dove c’è domanda c’è offerta, il vero problema sta nel disincentivare la clientela a chiedere questo tipo di prestazione: ci vorrebbe un’educazione quasi di scuola di infanzia. Come mai non c’è mai un attacco delle autorità ecclesiastiche su questo argomento? L’80% degli uomini che si rivolgono alla prostituzione è sposato. E’ difficile trovare posizioni trasversali in questo sistema che per la maggior parte è maschile”.
Per Antonio Maienza dei Popolari per il Centrosinistra quello presentato è “uno dei migliori odg fatti da quando sono in Consiglio. L’anima di questo odg è la lotta al racket della prostituzione: sappiamo che dietro alle prostitute c’è anche il racket del traffico di droga e il tema della tutela del minore. Dobbiamo concentrare gli sforzi non solo nel cercare di recuperare queste persone, ma anche nella promozione e inserimento nel sociale, anche se rappresentano solo un 20%. Va rafforzata la lotta allo sfruttamento anche attraverso un potenziamento dell’intelligence investigativa e all’impegno dell’amministrazione sul versante del sociale”.

Il consigliere di An – Pdl, Michele Barcaiuolo ritiene che “bisogna partire da questo 20%, le donne vittime della tratta, e al suo interno dalle minorenni. Poi tutto il resto. Questo odg pone troppe cose e finisce per lanciare semplicemente un allarme di cui tutti sono a conoscenza. Si trovano sicuramente trasversalità ampie su temi di questo tipo, ma cerchiamo di far uscire queste posizioni dalla demagogia, l’odg si limita a dare fotografia del problema, senza presentare soluzioni”. Il consigliere di An ha poi espresso la propria perplessità sulla firma dell’odg da parte di persone “con posizioni diverse”.
Nel suo intervento, il consigliere del Pd Fausto Cigni ha spiegato che “l’odg della maggioranza è una mediazione tra varie anime: io continuo a rimanere della mia posizione ma sono d’accordo con questo odg. Sulla lotta al racket e sul recupero delle minorenni siamo tutti d’accordo”. Il consigliere ha colto l’occasione per lanciare un appello: “Dall’85 al 95 sono state ammazzate 8 donne a Modena, molte si prostituivano perché drogate. Mai nessuno è riuscito a capire come è accaduto: io chiedo da quest’aula che la Procura riapra le indagini per scoprire chi ha ammazzato queste 8 ragazze”.

Per Sergio Rusticali del Ps “il problema in sé, per la rilevanza sociale e culturale ha la necessità anche nei toni e negli interventi di ricercare una trasversalità in termini di consenso a obiettivi, a un percorso, senza avere la pretesa di dare la soluzione al problema in quanto tale, che nessun paese al mondo ha risolto. Andrebbe analizzato il bisogno che spinge queste donne a fare questo mestiere e vanno realizzati accordi bilaterali tra gli stati interessati da questo mercato. Sulla realtà territoriale ci devono, poi, essere strumentazioni di intervento con indagini”.

Eugenia Rossi del Pd non è tra i firmatari del documento “perché l’avrei voluto molto più forte e determinato. La situazione in essere è incompatibile con la dignità umana e il nostro paese è poco sensibile sui diritti umani. C’è una mentalità che traspare perfino nelle parole di chi vorrebbe mettere fine a certe ingiustizie. C’è un problema di legislazione arretrata, di mentalità e anche un problema morale: esiste una responsabilità delle persone, non solo degli sfruttatori ma anche di chi utilizza la prostituzione. Sta diventando un problema giudiziario transnazionale: i clienti vanno colpiti, bisogna spingere il governo a entrare dentro certe azioni internazionali che contrastino la prostituzione, non la regolarizzino”.

A stupire Isabella Massamba di Sd è il “pensare di poter risolvere con una qualsiasi legge questo problema, in un tempo in cui si proteggono vita e famiglia, ma la maggior parte dei clienti sono padri di famiglia. La domanda non è calata, ma aumentata: viene percepito come l’andare a bere una birra. Siamo di fronte a una piaga sociale che dipende dall’educazione che viene data ai ragazzi, che crescono con l’idea che sia normale andare a pagare il sesso. Mi chiedo perché la Chiesa non mandi mai certi messaggi ai suoi cristiani. Anch’io ammetto di non avere soluzione: si deve agire sulla società e sui modelli culturali, così come per il razzismo”.
La prostituzione “non è una attività criminale, ma criminogena, intorno alla quale circolano altri reati” ha commentato Andrea Galli di An – Pdl. “La legge Merlin è mancata di proposte. L’unico intervento possibile è quello di dissuasione della clientela, una battaglia culturale e di proposta”. Il consigliere ha poi definito “vergognoso” il “chiamare in causa la Chiesa da parte di chi non crede. L’appello di Cigni, infine, è un richiamo per avere i titoli sui giornali, ma se allora non fu trovata soluzione oggi è impossibile richiedere l’apertura delle indagini”.

Per Dante Mazzi di Fi “il mondo della prostituzione è la costola per fatti criminali. Lo sfruttatore non è solo quello che porta la donna a prostituirsi, ma anche tutti coloro che pubblicano le inserzioni su giornali anche famosi, siti internet prestigiosi, perché serve per fare il budget pubblicitario, per arrotondare”. Mazzi parla anche di “abusivismo delle case: quanti appartamenti vengono utilizzati per quegli scopi? Le istituzioni potrebbero già fare qualche cosa con i mezzi che abbiamo a disposizione, almeno per verificare tutti coloro che ruotano attorno al mondo della prostituzione. Gli strumenti ci sono, perché non li utilizziamo?”

Per Michele Andreana del Pd i modelli adottati non hanno funzionato e “stanno tornando indietro. Nell’odg non abbiamo proposto uno di questi perché vorremmo si discutesse. Non ci rassegniamo all’idea che la prostituzione non si può debellare: non viene contrastata con i provvedimenti necessari. Su questa politica chiediamo al Governo di definire gli strumenti per il governo del fenomeno, pensiamo a una precisa azione di contrasto, concreta, con programmi di interventi sociali e accordi bilaterali”. E spiegando il perché dell’odg ha aggiunto: “Ognuno ha rinunciato alla propria opinione perché ci siamo resi conto che nessuno dei modelli è vincente”.

A concludere il dibattito il consigliere del Pd Giuseppe Campana, che nella seduta ha svolto anche il ruolo di Presidente del Consiglio: “In quest’aula è legittimo esprimere posizioni anche critiche nei confronti della Chiesa, dell’ateismo ed altro, purché siano argomentate. Ero perplesso su questo odg e conservo le perplessità, ma voterò a favore per spirito di solidarietà di maggioranza. Quello della prostituzione è un tema che batte molte strade e richiede di essere messo in primissimo piano nel dibattito cittadino, a partire dalle donne. Questo dibattito dovrebbe essere portato avanti ed approfondito”.