Rilevato un caso di chikungunya a Bologna in una persona che rientrava da un lungo soggiorno nello Sri Lanka. È un caso che tecnicamente viene definito “importato”, nel senso che l’infezione non è stata contratta in Italia. Si tratta di un cinquantenne ricoverato giovedì scorso al Pronto Soccorso del Maggiore, dove si era presentato poche ore dopo il rientro in Italia con sintomi che potevano essere ricondotti, come poi si è verificato, al virus della Chikungunya: febbre alta e forti dolori articolari.


Sono state immediatamente attivate le misure di profilassi previste dal Piano regionale per evitare la diffusione della malattia: è stata effettuata la disinfestazione capillare dell’area circostante – per un raggio 100 metri – il luogo in cui il paziente aveva soggiornato nelle ore precedenti il ricovero. I trattamenti, accurati e ripetuti per tre giorni , hanno avuto luogo sia nelle aree pubbliche che in quelle private, attraverso il passaggio “porta a porta” dei tecnici incaricati.
Le condizioni dell’ammalato sono rapidamente migliorate e la dimissione si prevede imminente.

La chikungunya è una malattia infettiva a esito benigno che normalmente non richiede il ricovero in ospedale: in genere si supera in una settimana, mentre possono rimanere dolori articolari per alcuni mesi. La terapia è di tipo sintomatico e serve soprattutto a ridurre i dolori articolari. La diffusione della malattia è possibile attraverso la puntura della zanzara tigre, per cui la prevenzione si basa sulle misure in grado di prevenire lo sviluppo delle larve dell’insetto: vanno evitati ristagni d’acqua (per esempio, nei sottovasi, negli anaffiatoi, nelle vaschette dei condizionatori d’aria, nelle grondaie ostruite); per proteggersi dalle punture, utilizzare repellenti epidermici (come Autan, Off), impiegare prodotti che allontanano le zanzare (come zampironi e piastrine), all’aperto – soprattutto nelle prime ore del mattino e al tramonto – evitare profumi e utilizzare vestiti lunghi e di colore chiaro.