Nel 2004 Coopservice e la sua controllata Servizi Italia, assieme ad altre imprese, si aggiudicava l’appalto, da decine e decine di milioni di euro, in project financing, del nuovo ospedale di Baggiovara, in provincia di Modena.
Fabio Filippi, Consigliere del PDL, ha denunciato in Assemblea legislativa gli illeciti compiuti nella gara d’appalto: “L’ennesimo, gravissimo episodio di ‘illeciti’ a danno dei cittadini e delle tante imprese che lavorano onestamente. Coinvolta, ancora una volta, è la cooperativa rossa Coopservice”.
“Una delle condizioni fondamentali per partecipare all’appalto – aggiunge Filippi – era la presentazione di una documentazione che certificasse l’inesistenza di sentenze definitive di condanna passate in giudicato. Documentazione presentata da Coopservice, peccato un firma fosse apocrifa! Il Direttore tecnico ha sempre sostenuto di non aver mai firmato quel documento, dichiarando che la firma era falsa. Diverse sono state le condanne.
“Coopservice – conclude Filippi – non è nuova ad operazioni poco chiare, famoso il tesoretto lussemburghese da 35 milioni di euro. Stupisce invece che la Regione neghi l’evidenza e si ostini a difendere una cooperativa tanto contestata, anche se politicamente ‘amica’. E’dovere della Giunta, se non vuole essere connivente, intervenire con tutti gli strumenti a disposizione per fare chiarezza sulla vicenda, tutelare tutte quelle persone ingiustamente coinvolte e combattere questa oligarchia imprenditoriale continuamente accusata di irregolarità.
La Regione è responsabile del sistema sanitario emiliano-romagnolo, è quindi la committente dell’appalto, serve maggiore dignità e onestà nei confronti dei cittadini, gli unici danneggiati dall’operazione. Bissoni si arrampica sugli specchi affermando in aula: In particolare, i due soggetti Coopservice e Servizi Italia, in sede di gara, avevano prodotto sia il certificato del casellario giudiziale da cui risultava ‘nulla’ sia una autodichiarazione in cui dichiaravano che dal casellario non risultavano annotazioni, mentre,a seguito dei controlli sopra descritti, dai casellari rilasciati dalla Procura del Tribunale di Modena all’AUSL risultavano delle annotazioni.
Al fine di rendere chiari gli elementi della questione sollevata è bene precisare che nel caso di specie ci si è trovati in presenza sia di sentenze definitive passate in giudicato per le quali il giudice ha disposto il beneficio della ‘non menzione’ sia di sentenze di applicazione della pena su richiesta,ai sensi dell’articolo 444 del c.p.p. (c.d. “patteggiamento”) le quali non compaiono nel casellario richiesto dal privato, ma compaiono solo nel casellario richiesto dalla Pubblica Amministrazione, ai sensi dell’art. 75 del DPR/554/1999.
Ma Regione Emilia-Romagna e Azienda Sanitaria Locale di Modena fanno parte della Pubblica Amministrazione oppure no?”