Sarà una festa di strada con cittadini e commercianti a celebrare oggi alle 17 la fine dei lavori di riqualificazione nel tratto di via Emilia San Pietro compreso tra via Guidelli e porta San Pietro e a riconsegnare alla città, nella sua nuova veste, un tratto dell’antico asse viario che dai tempi dei romani caratterizza la forma e la storia della nostra città.

Il taglio ufficiale del nastro del sindaco di Reggio Graziano Delrio sarà accompagnato da uno spettacolo itinerante della “Nota Jazz Band” che, partendo dall’area antistante il Mercato coperto, raggiungerà il sagrato della chiesa di San Pietro per eseguire musiche natalizie in stile dixieland. Lungo la via aperitivi, cioccolata calda e torta gigante, realizzata in collaborazione con i commercianti della via.
Le opere di riqualificazione – parte di una serie di interventi previsti dal Piano strategico di valorizzazione del centro storico, tra cui la riqualificazione delle piazze cittadine e di luoghi che si affacciano su questo tratto di via Emilia come il Mercato coperto, i chiostri di San Pietro e porta San Pietro – hanno riguardato aspetti legati sia alla funzionalità che all’estetica della via e dei suoi portici (che seppur privati sono a uso pubblico). Obiettivo dell’intervento, per un investimento di 500mila euro, è stata la riorganizzazione degli spazi e della loro fruibilità e la valorizzazione dei patrimonio storico, relazionale e commerciale dell’area.
Nello specifico è stato realizzato un ampio marciapiede omogeneo ed ininterrotto, utilizzabile anche dalle biciclette, esterno ai portici, con funzione di “filtro” tra la strada e il portico, che viene riconsegnato a esclusivo utilizzo pedonale. Sono stati eseguiti lavori di ripavimentazione della via Emilia con asfalto di colore chiaro, di abbattimento delle barriere architettoniche e di rinnovo degli impianti di illuminazione sia sotto i portici che sulla sede stradale, dove sono state collocate lanterne dallo stile antico come quelle già installate in molte strade del centro. Nell’area sono state inoltre riorganizzate la sosta con la creazione di spazi dedicati per automobili, ciclomotori e biciclette e riordinati i luoghi di relazione con la costituzione di aree arredate con sedie e panchine (in parte ancora da completare), in corrispondenza di punti strategici per le attività commerciali, funzionali (fermata dell’autobus) e di valore storico e architettonico.
Riorganizzata anche la raccolta dei rifiuti, collocata, in accordo con Enìa, nelle strade laterali in modo da liberare la via Emilia dai cassonetti.
Per incrementare l’omogeneità di forme e colori della via, è allo studio, in accordo con gli esercenti, un progetto di riordino delle insegne private, delle bacheche espositive e della segnaletica ad uso delle attività commerciali. Nella via verrà inoltre installata segnaletica specifica permanente per individuare i luoghi di interesse culturale, i percorsi storici, le tracce della memoria dell’area.

La via Emilia, asse portante della città dai romani a oggi
La storia della via Emilia è la storia della città di Reggio.

Reggio nasce in epoca romana: la creazione del Castrum Regii Lepidi dà origine alla maglia strutturale che definisce la base dell’evoluzione morfologica della città storica nel suo passaggio dal castro romano al borgo esagonale medioevale.
Del sistema di organizzazione romana rimangono evidenti i segni nella struttura urbana della città dove si riconosce il tessuto reticolare ortogonale nel quale la via Emilia rappresenta l’antico “decumano massimo”, mentre l’attuale via Roma coincide con il “cardine massimo” dell’antico castrum romano.
Nel periodo barbarico scompaiono gli edifici di epoca romana con l’arroccamento della popolazione nel cuore della città verso l’attuale zona di piazza San Prospero e del Duomo dove aveva sede il “Castrum Vescovile”: da qui l’inclinazione dell’asse della via Emilia all’altezza di piazza del Monte dove sporgeva appunto la fortificazione del Castrum.
Anche in epoca comunale, l’asse riorganizzatore della forma urbana della città rimane comunque la via Emilia.
Nel ‘400 entrambe i lati della via Emilia erano porticati: i portici lungo l’asse nord della via Emilia facevano parte di un percorso pedonale coperto che da porta San Pietro attraverso via Roma e via Filippo Re conduceva alla Cittadella.
Con l’espandersi dei borghi risultò superato questo sistema difensivo ed iniziò la costruzione delle mura a perimetro esagonale, secondo l’andamento dell’attuale circonvallazione, che delimiteranno l’espansione della città fino al XX secolo.
La creazione dei bastioni in epoca seicentesca ha dato alla città una immagine in pianta di tipo medioevale per il costipamento edilizio che ne derivò, con vie strette e tortuose venute a determinarsi per la necessità di reperire spazi abitativi entro la cinta muraria; per lo stesso motivo cominciarono a sparire alcuni dei numerosi portici esistenti.
Nella seconda metà del XVII secolo assistiamo al primo apparire delle nuove teorie architettoniche di tipo illuministico: attraverso i giudizi di decadenza rivolti al barocco e di disordine indirizzati al periodo oscurantistico del Medioevo, si giustifica la configurazione della ricostruzione neoclassica della città operando irreversibili manipolazioni urbane.
La via Emilia aveva visto nascere nel corso dei secoli una serie di sovrapposizioni tipologiche: botteghe, porticati, abitazioni e palazzi con uno sviluppo irrazionale ed antifunzionale colpevole del soffocamento della principale arteria cittadina: si ovviò a questa condizione con l’allineamento delle facciate mediante la demolizione drastica della cortina edilizia venuta a crearsi sui portici lungo l’asse nord della via Emilia nei pressi della chiesa dedicata a San Pietro.
L’opera di pulizia della “fabbrica di San Pietro”, consistente nella “riduzione“ dei portici, venne affidata all’architetto comunale Domenico Marchelli. La “Fabbrica di San Pietro” venne eseguita in due fasi, la prima riguardò il tratto della via Emilia dalla chiesa di San Pietro alla Porta omonima, la seconda fase attuò l’abbattimento dei portici fino a via Roma. In quell’occasione si provvide ad allargare la sezione stradale della via Emilia ed alla costruzione dell’arco di via del Follo divenuto simbolo del risanamento dell’area e delle restaurazioni avvenute in epoca napoleonica.