E’ Massimo Silingardi, imprenditore di 49 anni, il nuovo presidente provinciale di Confesercenti Modena nominato questo pomeriggio nel corso dell’Assemblea elettiva provinciale. Dopo aver ricoperto per 4 anni la carica di presidente di Confesercenti Area Modena, Silingardi assume la guida dell’associazione che nella nostra provincia raccoglie e rappresenta oltre 4500 piccole e medie imprese.
Massimo Silingardi ha voluto prima di tutto ringraziare i colleghi per la fiducia accordata e ha colto l’occasione per sottolineare l’ottimo lavoro sino ad oggi svolto dal gruppo dirigente, lavoro che ha consentito di consolidare, sia dal punto di vista numerico che attraverso l’incremento dei servizi, il radicamento di Confesercenti Modena sul territorio provinciale.
Oltre alla nomina del nuovo presidente, in occasione dell’assemblea si è proceduto al rinnovo della presidenza provinciale composta da 23 membri: ad affiancare il neo eletto presidente Massimo Silingardi e il direttore generale Tamara Bertoni, saranno Mauro Bastoni, Angelo Benedetti, Alvezio Bigi, Pellegrino Buffagni, Valerio Forghieri, Franco Giberti, Alberto Guaitoli, Lutti Paolo, Daniele Mariani, Lorenzo Notari, Simona Panzani, Paola Poletti, Walter Pratizzoli, Andrea Ratti, Isabella Sabadini, Silvio Sighinolfi, Guido Sirri, Roberto Tartari, Claudio Varetto e Fabrizio Zoboli.
“Con i colleghi – ha commentato Silingardi- lavoreremo nel segno della continuità, e vista la pesante situazione in cui si trovano ad operare molte aziende del commercio faremo ogni forzo per dare il nostro contributo di idee all’elaborazione di un progetto di rilancio del tessuto socio economico locale.
A margine dell’assemblea è stata consegnata al presidente uscente Francesco Rubbiani una targa, come segno di sincero ringraziamento, per l’importante contributo che ha saputo dare alla vita associativa negli anni in cui ha ricoperto il ruolo di presidente.
Numerosi i volti nuovi all’interno della presidenza provinciale, tra cui diversi giovani presidenti che nei mesi scorsi sono stati eletti nei vari consigli di area di Confesercenti: in particolare l’elezione di Paolo Lutti, 30 anni, nell’Area di Pavullo e di Andrea Ratti, 42 anni, per l’Area Nord, hanno inaugurato una “linea verde” nei piani di Confesercenti, dando concretezza alla volontà di affiancare a imprenditori di esperienza anche giovani rappresentanti per valorizzare al meglio il loro entusiasmo. Un segnale di vitalità e di apertura alle nuove idee che aveva portato già nell’estate del 2008 alla nascita del Coordinamento dei Giovani Imprenditori di Confesercenti Modena.
“Unire le forze per guardare positivamente
al futuro: dentro la crisi, oltre alla crisi”
Priorità del nuovo gruppo dirigente dell’Associazione sarà quella di operare in questa direzione con convinzione e coerenza. Confesercenti Modena non manca di interrogarsi sull’entità dell’attuale crisi economica, e in occasione dell’Assemblea Provinciale per il rinnovo delle cariche avanza le proprie proposte. “E’ sicuramente opportuno affrontare insieme la crisi. Perché significa reagire alle difficoltà, valorizzando la nostra capacità di risposta non solo individuale, ma come tessuto socio-economico solido e coeso”. Una risposta che secondo Confesercenti per essere davvero efficace deve vedere tutti i soggetti, imprese, lavoratori e loro rappresentanti, istituzioni e il mondo del credito lavorare fianco a fianco. Uno stile e una modalità operativa che si è un po’ appannata, ma che appartiene al “Sistema Modena” al punto da renderla una delle province più ricche e competitive, con una qualità della vita eccellente, sia a livello nazionale che europeo.
“Quello che sta accadendo ci obbliga però a progettare la ripresa secondo dinamiche nuove. Non siamo in grado di prevedere quali effetti economici e sociali la crisi determinerà a Modena e nella sua provincia. Per questo riteniamo che quella volontà convergente che si sta affermando in alcuni ambiti tra istituzioni, mondo delle imprese e mondo del lavoro in ragione dell’emergenza, debba meglio strutturarsi attorno ad una visione condivisa sulle scelte strategiche in grado di determinare il futuro del nostro territorio”.
“Oggi anche l’impresa commerciale è pienamente investita dalla crisi. I segnali sono inequivocabili: calo degli occupati, mancanza di liquidità per fare fronte alle spese correnti, difficoltà di accesso al credito. Una situazione dunque di difficoltà il cui inizio però è avvenuto prima della grave crisi che ha investito il resto dell’economia”.
“Il settore tuttavia ha reagito, le imprese in molti casi si sono riorganizzate e hanno saputo misurarsi con le trasformazioni della rete distributiva. Naturalmente rimane alta la preoccupazione rispetto al progressivo inasprimento della crisi. Riteniamo dunque necessario, attraverso le politiche pubbliche di programmazione, sostenere lo sforzo delle imprese. Si è ormai esaurita quella fase di espansione quantitativa che ha caratterizzato il nostro territorio negli ultimi venti anni e adesso è il momento in cui è necessario puntare alla razionalizzazione e alla qualificazione della rete esistente”.
“Come Confesercenti vogliamo continuare ad essere protagonisti di questo percorso e ci sentiamo di scommettere sulle prospettive di crescita delle nostre imprese, consapevoli che il patrimonio d’intelligenze, professionalità ed imprenditorialità che le ha fino a qui contraddistinte, rappresenta una buona e fondata ragione per guardare positivamente al futuro: dentro la crisi e oltre la crisi”.
La grave situazione che tutto il territorio sta attraversando, impone quindi un ulteriore sforzo di messa a punto di proposte e azioni convergenti da parte dell’intero mondo associativo, in particolare delle PMI. Laddove vi è un’oggettiva trasversalità d’interessi rappresentati s’impone la ricerca costante dell’unità del mondo associativo, sia nella proposta, sia nell’azione. Ricerca non solo come metodo, ma anche come sostanza dell’agire al fine di meglio rappresentare tutti insieme le imprese e di aumentare il peso delle loro ragioni nelle sedi decisionali. Priorità quindi del nuovo gruppo dirigente di Confesercenti Modena sarà quella di operare con convinzione e coerenza in questa direzione”.
Diverse sono quindi le proposte che l’associazione mette in campo e i soggetti a cui si rivolge. Tra le principali, fondamentale il sostegno dei bacini produttivi – PMI in testa – in forma singola e aggregata, nel processo d’internazionalizzazione come in quello innovativo. Processo da integrarsi col decollo degli investimenti sulle infrastrutture di cui il territorio necessita da troppo tempo, come di un cambio di atteggiamento da parte delle banche nei confronti delle imprese.
Occorre garantire una politica in grado di supportare la piccola e media imprenditoria e tornare, per questo Confesercenti intensificherà l’iniziativa verso gli istituti bancari del territorio al fine di verificare ogni possibile forma di collaborazione, volta ad ampliare le possibilità di accesso al credito per le imprese. Tra le priorità inoltre emerge anche la necessità di una riforma fiscale, per intervenire su aliquote Irpef, favorire lo snellimento della macchina burocratico/amministrativa pubblica e una revisione degli Studi di settore sia per il 2008 che per l’anno in corso.
Per quanto riguarda il territorio, diversi sono i nodi da sciogliere: dal recupero del valore di competitività ripensando in una logica sistemica l’intero capitale di cui il territorio dispone, ad una più stretta collaborazione tra imprese, Università e Centri di ricerca per lo sviluppo di progetti innovativi. La formazione professionale inoltre deve meglio finalizzare le proprie scelte in funzione dell’innovazione e della competitività dell’impresa.
“Riteniamo necessario – fa sapere Confesercenti – che occorre, attraverso una politica pubblica di programmazione, sostenere le oltre 15.000 PMI esistenti su suolo modenese, garantendo loro quello spazio di mercato utile a ristrutturarsi ed innovarsi, salvaguardando la pluralità delle forme commerciali. Quanto al turismo, appare fondamentale rafforzare l’identità del “prodotto” che il territorio modenese può offrire, valorizzando in modo integrato i vari punti d’eccellenza, senza dimenticare la necessità di costituire un soggetto unico di promo-commercializzazione turistica del territorio”.
Sicurezza e legalità sono un altro tema fondamentale su cui Confesercenti Modena non ha mai mancato di far sentire la propria voce e che va affrontato in una visione integrata: dal presidio del territorio, al recupero delle aree urbane degradate, all’affermazione delle condizioni di vivibilità. Rispetto al presidio del territorio e all’attività di contrasto alla criminalità, l’associazione ritiene debba essere lo Stato a garantire la sicurezza dei cittadini.
“E’ necessario dunque, un rafforzamento degli organici di polizia, condizione che garantirebbe anche una maggiore attività investigativa. Inoltre, in una logica d’integrazione degli interventi utili a rafforzare il presidio, opportuno anche l’adeguamento agli standard regionali relativi alle polizie municipali in tutti i Comuni, come il potenziamento della figura del vigile di quartiere”.
A fronte delle proposte avanzante, l’intenzione di Confesercenti Modena e del suo nuovo gruppo dirigente è quello di operare sin da ora in maniera convincente e coerente. “Unire le forze migliori dunque, per affrontare insieme al crisi e progettare la ripresa”.
Analizzato l’andamento di 1300 imprese della provincia
Brusca frenata del fatturato delle imprese dei settori del commercio, dei servizi e dei pubblici esercizi nell’ultimo semestre 2008. La contrazione media registrata nella seconda metà dello scorso anno è a doppia cifra e si assesta su un –17.5%, rispetto allo stesso periodo del 2007. Una caduta che si va a sommare al rallentamento accusato nel precedente semestre che era stato del 5.2%. Il calo quindi si va aggravando e anche per l’anno in corso i segnali sono negativi.
Il prezzo che molti imprenditori stanno pagando è la drastica riduzione degli utili e la quasi totale impossibilità di fare investimenti per la crescita. Uno scenario che, a fronte delle sempre crescenti difficoltà nell’accesso al credito e in presenza di una recessione la cui entità e durata è ancora difficile da determinare, comporta il rischio concreto di espulsione dal mercato di molte imprese del settore.
Rispetto all’andamento del fatturato, la situazione peggiore riguarda l’ingrosso, -27.4%, seguito dai piccoli negozi extralimentari, -17.1% e dagli esercizi alimentari al dettaglio che denunciano un calo del 13%. Unico settore che non affonda ulteriormente nelle sabbie mobili di un mercato caratterizzato da consumi che ristagnano è quello dei servizi alle persone che ha incassato un incremento dei ricavi del 6.7%, anche se i primi segnali riferiti al 2009 sembrano già indicarne una inversione di tendenza.
Nell’analisi effettuata dall’Osservatorio di Confesercenti Modena prevale in modo netto il rosso e le tendenze in atto inducono a un sempre più accentuato pessimismo.
Oggi quindi anche l’impresa commerciale è pienamente investita dalla crisi. Una crisi che non si è manifestata nel modo esplosivo con cui ha investito i settori manifatturieri, ma in modo più strisciante, ugualmente preoccupante.
I segnali sono inequivocabili: calo degli occupati, mancanza di liquidità per fare fronte alle spese correnti, difficoltà di accesso al credito, rallentamento progressivo delle vendite che è iniziato già nel 2007. Dunque una situazione di difficoltà che precede la grave crisi che ha investito il resto dell’economia. Per ridurre il rischio di espulsione dal mercato, oltre alla capacità delle imprese di innovarsi e di leggere i mutamenti in atto, Confesercenti ritiene sia necessario attuare adeguate politiche pubbliche di programmazione.
Esaurita la fase di espansione quantitativa che ha caratterizzato il nostro territorio negli ultimi venti anni, serve un’opzione che privilegi la qualificazione di una rete già estremamente articolata nelle sue diverse forme. E a questo è necessario ricondurre con grande coerenza sia le politiche attive sia le risorse destinate al settore. Risorse che per risultare davvero efficaci debbono essere indirizzate prevalentemente a quelle imprese ubicate in ambiti oggetto di progetti di riqualificazione urbanistica, al fine di integrare la riqualificazione del commercio con quella delle altre funzioni, pubbliche o private, previste in una determinata area.
Altrettanto importante è che il sistema bancario operi secondo criteri di maggior lungimiranza, sapendo trovare il giusto equilibrio tra le esigenze di raggiungere risultati aziendali a breve e quelle di un tessuto economico che, se meglio sostenuto nell’accesso al credito, può garantire risultati a medio termine. In altre parole il sistema bancario deve riuscire a mettere in campo una politica in grado di supportare le imprese, soprattutto quelle piccole e medie, e tornare a essere attore efficiente dell’economia reale.