Emergenza”. “Sovraffollamento”. “Quadro allarmante”. “Carenza di risorse nazionali”. Sono le parole utilizzate dal presidente Vasco Errani nella lettera scritta al ministro della Giustizia Angelino Alfano, in cui lancia l’allarme per la situazione degli istituti penitenziari dell’Emilia-Romagna e chiede un intervento urgente.


Una lettera, quella di Errani, scritta in seguito alla riunione della Commissione regionale per l’area dell’esecuzione penale adulti, che si è svolta lo scorso 23 marzo a Bologna, da cui è emersa l´estrema gravità in cui versano le carceri, sotto più punti di vista. “Particolarmente preoccupante – sottolinea il presidente – è la situazione del sovraffollamento nella nostra regione, che sarebbe la più grave in Italia”.
I detenuti nelle carceri dell’Emilia-Romagna sono infatti 2049 in più rispetto alla capienza regolamentare, mentre mancano 644 agenti di polizia penitenziaria; l’indice di sovraffollamento in regione supera il 180%, mentre il dato nazionale è attorno al 140%.
L’obiettivo del “Piano carceri”, recentemente varato dal Governo, “è quello di portare i posti regolamentari, a livello nazionale, a 60mila – prosegue Errani. La costruzione di nuove carceri avrebbe tuttavia tempi tali da non permettere comunque alcun impatto nella situazione attuale. Inoltre, il numero di nuovi posti previsto risulterebbe già esiguo rispetto alle presenze in esubero”.
Nella lettera, Errani ricorda come la Regione abbia confermato il proprio impegno, rafforzato dall’apposita legge regionale di tutela delle persone che si trovano negli istituti penitenziari, intervenendo con azioni specifiche.
Per quanto riguarda la tutela della salute, la Regione sta attuando quanto previsto dal Decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 1° aprile 2008 (che ha sancito in maniera definitiva il passaggio delle funzioni di assistenza sanitaria in carcere dal ministero della Giustizia a quello della Salute); “ma quest’impegno – sottolinea Errani – rischia di essere vanificato per diversi motivi. Il già ricordato sovraffollamento rende preoccupanti le condizioni igienico-sanitarie, e crea dei grossi rischi dal punto di vista infettivologico, soprattutto in previsione di quanto potrà succedere durante la stagione estiva”, mentre “la carenza di personale con finalità di custodia e di trattamento rende inapplicabili le misure di alleggerimento del regime carcerario”.
“Esiste infine un grave ritardo – aggiunge Errani – da parte dell’Amministrazione penitenziaria sugli adeguamenti alla normativa nazionale sulla sicurezza. A questo proposito va anche fatto notare come il ‘Piano carceri’ non è stato minimamente condiviso con le Regioni per quanto riguarda gli aspetti di sanità pubblica, con il rischio che a cose fatte ci si trovi di fronte a problemi di non agibilità o di inefficienza”.
Di fronte alla gravità della situazione, che rende sempre più difficile l’opera di reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti, “chiedo quindi a Lei – conclude Errani – di intervenire innanzitutto a tutela della garanzia dei diritti delle persone che si trovano nelle nostre carceri, dei minorenni in carico alla giustizia minorile, del personale che vi opera e per sollecitare azioni efficaci rispetto alle criticità normative”.


La situazione nelle carceri dell’Emilia-Romagna
I numeri citati risalgono a meno di un mese fa, e precisamente al 22 marzo 2009: in quella data, nelle carceri dell’Emilia-Romagna sono presenti 4323 detenuti, di cui 145 donne (la fonte è il Prap, il Provveditorato regionale dell´amministrazione penitenziaria), quando la capienza regolamentare è di 2274 detenuti e quella tollerabile è di 3765.
L’indice di sovraffollamento in Emilia-Romagna supera il 180%, rispetto al dato nazionale che è attorno al 140% e a quello medio europeo che si attesta sotto il 130%. Fra le cause del sovraffollamento c’è la diminuzione dell’accesso all’area penale esterna (per gli stranieri le possibilità di misure alternative incontrano molti ostacoli).
Carenze strutturali e igieniche gravi, a causa della mancanza di risorse economiche; ma anche carenza di organico – l’altro punto critico evidenziatoi – , indispensabile al lavoro di reinserimento sociale dei detenuti. Attualmente mancano infatti all’appello 644 agenti di polizia penitenziaria (quasi il 27% in meno dell’organico previsto), ci sono 26 educatori per 4323 detenuti e le ore mensili degli psicologi ammontano a 389. Circa il 30% dei detenuti è affetto da dipendenze patologiche e c´è un forte aumento della richiesta di interventi specialistici di tipo psichiatrico e psicologico.
Estremamente delicata è la situazione dell’area minorile: nell’Istituto penale di Bologna, dove i lavori di ristrutturazione e ampliamento sono appena terminati, sarebbero necessari almeno 41 agenti per il corretto funzionamento di uno solo dei piani dell’edificio e attualmente ce ne sono 28 agenti.
L’Ussm (Ufficio di servizio sociale per minorenni), è alloggiato da 5 anni in una struttura provvisoria e a quest’ufficio, nei primi tre mesi del 2009, sono state presentate dalla Procura minorile oltre 950 richieste di indagine socio-familiare, con presa in carico di 402 minori a piede libero. Attualmente l’Ussm può contare solo su 8 assistenti sociali operativi per tutto il territorio regionale, mentre l’organico previsto sarebbe di 13 assistenti sociali compreso il direttore.

Va segnalata, infine, la situazione dell’Ospedale psichiatrico giudiziario (Opg) di Reggio Emilia, dove le persone nel giro di un anno sono passate da 180 a 292.