«Compiendo un’operazione di bassa propaganda la coppia Bertolini-Leoni ripesca una vicenda di 11 anni fa con l’obiettivo esplicito di riscrivere
una sentenza già emessa dalla magistratura. Non solo. Sulla base di illazioni e interpretazioni assolutamente gratuite i due esponenti del Pdl
arrivano a chiedere, non si capisce a quale titolo, ammissioni di responsabilità e pubbliche scuse». Così il senatore Giuliano Barbolini replica alle dichiarazioni dell’on.Isabella Bertolini e del Consigliere regionale Andrea Leoni (PdL).
La vicenda di Ponte Alto è già stata chiarita da una sentenza del Tribunale di Modena e le persone coinvolte nel procedimento penale sono
state assolte “perché il fatto non sussiste” o “per non aver commesso il fatto”.
Un giudizio definitivo, quindi, che non ammette repliche anche se è ormai costume del centrodestra, dal Presidente del Consiglio sino
all’ultimo dei parlamentari, contestare le sentenze, soprattutto quelle non gradite. In ogni modo da quel procedimento ne è uscita confermata la linearità dei comportamenti dell’amministrazione comunale.
Quanto all’on. Bertolini dovrebbe avere il pudore e il buon gusto di non pretendere quelle scuse che invece da lei molti si aspettano. In primo
luogo i dirigenti e collaboratori del Comune assolti con formula piena dal Tribunale di Modena che hanno visto messi in dubbio sia l’immagine che il profilo professionale. In secondo luogo i cittadini modenesi che hanno dovuto sopportare non solo la protervia dell’on. Bertolini ma, quello che più conta, i costi di un procedimento che si sarebbero potuti risparmiare».
“Pd colpito nel vivo. I fatti parlano chiaro. I compagni Barbolini e Pighi non riescono a coprire lo scandalo politico”. Rilancia Andrea Leoni (PDL).
“A differenza della sinistra il tempo è galantuomo. Dopo 10 anni la storia e i fatti oggettivi ci danno pienamente ragione. Con il via libera alla costruzione di ben 242 appartamenti nell’area dell’ex fornace Vigarani ora sede della festa dell’unità si conclude, esattamente come avevamo previsto, una vicenda vergognosa. Il sindaco Pighi, allora capogruppo Pds in Comune, ha soltanto completato l’opera del suo predecessore Barbolini promosso chissà perché a senatore. Grazie ai severissimi vincoli urbanistici imposti al proprietario precedente il PDS ha potuto comprare quell’area per un pezzo di pane.
Poi, sempre per caso, l’Amministrazione di sinistra li ha rimossi. Così il partitone l’ha potuta utilizzare e trasformare a proprio uso e consumo per poi rivenderla a peso d’oro perché, sempre per caso, proprio quell’area è destinata ad essere edificabile. Mai e poi mai ad un qualsiasi cittadino sarebbe stata consentito tutto ciò.
L’intreccio tra politica, partitone e amministrazione, tutto di sinistra, è stato allora e oggi più che mai sotto gli occhi di tutti. Nel patetico tentativo di nascondere anche l’evidenza i compagni Barbolini e Pighi si trincerano nella dietrologia giudiziaria tentando disperatamente di fare passare anche le prescrizioni in assoluzioni. La vicenda Ponte Alto conferma che a Modena l’applicazione della legge non era uguale per tutti. Si è confermato che esistevano allora ed esistono oggi cittadini di serie A e cittadini di serie B. La differenza la fanno gli interessi di partito e l’appartenenza ad esso. Questa è la verità che ha portato non a caso ad una profonda spaccatura tra l’attuale PD e gli alleati/nemici dell’Italia dei Valori. Cogliamo l’imbarazzo e lo sbandamento che serpeggia in casa PD ma i fatti parlano chiaro. Anche i cittadini che non ricordano e non hanno vissuto la poco edificante vicenda possono vedere oggi l’immagine dell’arroganza di una classe politica locale che da allora non è cambiata di una virgola. Una politica che non si e ancora scrollata di dosso schemi e procedure tipiche di un ‘regime’.
Restiamo ancora in attesa di quelle scuse che devono essere rivolte a tutti i cittadini, che non hanno santi in paradiso, che non possono che sentirsi offesi e defraudati dai loro diritti da chi intende la politica solo come il dovere di servire il partito”.