Dalla giornata di oggi – mercoledì 15 aprile – potranno essere presentate dai datori lavoro le domande di nulla osta per il lavoro stagionale degli 80mila cittadini extacomunitari autorizzati, esclusivamente con modalità informatiche e soprattutto attraverso la collaborazione delle associazioni di categoria autorizzate.

E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che il “click day” attraverso il sito web dedicato (Ministero dell’Interno) è stato stabilito con la pubblicazione del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 20 marzo 2009 sulla Gazzetta Ufficiale n.84 del 10 aprile che prevede la programmazione transitoria dei flussi di ingresso dei lavoratori extracomunitari stagionali, nel territorio dello Stato, per l’anno 2009.

Si tratta di una procedura informatica con domande di ingresso on line che evitano le lunghe file alle poste del passato, secondo la Coldiretti che lo scorso anno è stata l’associazione che ha presentato il maggior numero di domande ed è impegnata nelle proprie strutture territoriali a raccogliere le richieste dei datori di lavoro. La maggioranza dei lavoratori stagionali extracomunitari – sottolinea la Coldiretti – troverà occupazione in agricoltura che insieme al turismo e all’edilizia è il settore con maggiori maggiore opportunità occupazionali per questi lavoratori sopratutto per le grandi campagne di raccolta delle principali produzioni Made in Italy: dalla frutta alla verdura, dai fiori al vino fino, ma anche negli allevamenti.

Possono essere assunti per lavori stagionali cittadini non comunitari originari di Serbia, Montenegro, Bosnia-Herzegovina, Macedonia, Croazia, India, Pakistan, Bangladesh, Sri Lanka e Ucraina, nonché di Paesi che hanno sottoscritto o stanno per sottoscrivere accordi di cooperazione in materia migratoria come Tunisia, Albania, Marocco, Moldavia, Egitto e i cittadini stranieri non comunitari titolari di permesso di soggiorno per lavoro subordinato stagionale negli anni 2006, 2007 o 2008.

Il maggior numero di autorizzazioni per lavoratori stagionali extracomunitari secondo la Circolare del Ministero del lavoro 11/2009, riguarda – riferisce la Coldiretti – Emilia Romagna (8.000), Veneto (8.000), Lazio (7.900), Campania (7.100), Puglia (6.500), Sicilia (5.700) e Calabria (5.400), seguite da Abruzzo (4.500), Lombardia (4.000), Toscana (3.900), Piemonte (3.800), Trento (3.000), Marche (1.850), Basilicata (1.250), Bolzano (1.000), Liguria (800), Friuli Venezia Giulia (700), Sardegna (700), Molise (500) e Valle d’Aosta (50), mentre disposizione presso la Direzione Generale dell’Immigrazione per essere attribuite successivamente in base ad eventuali fabbisogno territoriali restano 5.000 unità.

Con circa il 10 per cento di extracomunitari sul totale dei lavoratori agricoli è nelle campagne dove la presenza di immigrati evidenzia una incidenza tra le più elevate dei diversi settori economici, secondo il XVIII Rapporto Caritas/Migrantes sull’immigrazione al quale ha collaborato la Coldiretti. Sono 98.155 i rapporti di lavoro in agricoltura identificati come extracomunitari negli archivi INPS ed appartengono a 155 diverse nazionalità anche se a trasferirsi in Italia per lavorare in agricoltura – sostiene la Coldiretti – sono principalmente nell’ordine gli albanesi (15 per cento), i rumeni (12 per cento) e a sorpresa gli indiani (10 per cento) che trovano occupazione soprattutto negli allevamenti del nord per l’abilità e la cura che garantiscono alle mucche. Sono molti i “distretti agricoli” dove i lavoratori immigrati sono diventati indispensabili come nel caso della raccolta delle fragole nel Veronese, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell’uva in Piemonte, del tabacco in Umbria e Toscana o del pomodoro in Puglia. Si tratta di un evidente dimostrazione che – conclude la Coldiretti – gli immigrati occupati regolarmente in agricoltura contribuiscono in modo strutturale e determinante all’economia agricola del Paese e rappresentano una componente indispensabili per garantire i primati del Made in Italy alimentare nel mondo.