“Sul ruolo, l’attività e l’organizzazione della Polizia Municipale, l’Amministrazione comunale di Modena parla soprattutto coi fatti: con l’aumento dell’organico, con una gestione articolata dei vigili di quartiere ed ora anche con la piena applicazione della legge regionale relativa ai corpi di polizia municipale.” Lo sostiene l’assessore al personale del Comune di Modena, Gualtiero Monticelli, che risponde anche ai temi sollevati dal coordinamento dei comitati dei cittadini e riportati dagli organi di informazione.


“Giusto martedì (14 aprile) – prosegue Monticelli – è stato presentato alla Commissione risorse del consiglio comunale il testo dell’accordo di programma tra il Comune di Modena e la Regione Emilia-Romagna per l’applicazione della legge regionale sulla Polizia Municipale. Non si tratta solo di un atto formale, ma del raggiungimento di un obiettivo molto concreto: dopo le 24 nuove assunzioni del 2008, infatti, il Comune di Modena procederà ad altri 3 innesti nel 2009, 5 nel 2010 ed altrettanti nell’anno successivo. A quel punto l’organico salirà a 220 unità e cioè al livello previsto dagli standard regionali e con un anno di anticipo rispetto ai tempi fissati”.

L’accordo prevede anche un ulteriore salto tecnologico nelle dotazioni strumentali della Polizia Municipale di Modena, con un investimento di 800.000€ in 4 anni, 370.000 dei quali a carico della Regione. Si tratta di interventi che ridurranno ulteriormente i carichi di lavoro amministrativo a tutto beneficio della capacità operativa del corpo. I veicoli si trasformeranno in veri e propri uffici mobili poiché saranno dotati di computer e stampante collegati direttamente alla sala operativa ed alle banche dati nazionali.
Gli incrementi ed i recuperi di organico saranno destinati al potenziamento dei diversi servizi operativi della Polizia Municipale e quindi anche ai quartieri che, per altro, sono già al centro dell’attività del corpo. I vigili, infatti, sono presenti tutti i giorni nelle 4 circoscrizioni cittadine e svolgono il pattugliamento a rotazione in tutte le vie della città, garantendo costantemente 2/3 passaggi settimanali in zone specifiche e nelle frazioni.

“A fronte di tutto ciò – ribadisce Monticelli- risulta singolare, anche nei toni, l’atteggiamento dei comitati che si rivolgono al Sindaco “minacciando iniziative clamorose”.

Ognuno, nei limiti delle regole, può ovviamente esprimere liberamente il proprio pensiero, ma non è stato certo il Comune a rispondere negativamente alla richiesta di aumentare l’organico delle forze dell’ordine a Modena, è il Governo nazionale che si è sottratto agli impegni sottoscritti.

Rimanendo sulla Polizia Municipale è poi discutibile la pretesa dei comitati di dettare le regole dell’organizzazione del corpo. Non è un problema di ruoli e competenze, oppure lo è anche, ma non come aspetto fondamentale. La questione vera è invece molto concreta ed è che la Polizia Municipale costituisce di per sé un’organizzazione complessa ed è la visione generale e non il particolare, che deve guidare le scelte.
Ad esempio, dato l’organico presente, non si può affermare che occorre aumentare il numero degli agenti di quartiere senza precisare quali altre funzioni devono essere depotenziate. Dobbiamo diminuire l’organico del gruppo motorizzato che oltre ai controlli stradali risponde a tutte le emergenze? Oppure a farne le spese dovrebbe essere l’infortunistica che rileva quasi tutti gli incidenti che avvengono in città? O ancora si dovrebbe attingere al nucleo sicurezza, alla polizia di prossimità, a chi si occupa di cantieri o di sicurezza nei pubblici esercizi?

L’idea che si genera più sicurezza con la figura del vigile di caseggiato tuttofare è frutto di una concezione superata del ruolo della Polizia Municipale. Il vigile di quartiere è efficace se può contare su un apparato di supporto formato da diversi nuclei specializzati, in grado di coadiuvarlo nella soluzioni dei 1000 diversi problemi con cui viene a contatto. Non basta raccogliere segnalazioni, serve poi una struttura integrata che li sappia affrontare e risolvere. Se la P.M. di Modena è fra le poche in Italia ad aver ottenuto e mantenuto la certificazione di qualità forse una ragione c’è.

Quindi non servono toni da ultimatum. Coi comitati – conclude l’assessore – il confronto è sempre aperto e se si rimane al merito dei problemi, come del resto è sempre avvenuto, alla fine troveremo una soluzione condivisa e soprattutto percorribile”.