Per uscire dalla crisi, che colpisce anche l’Emilia-Romagna, la Cisl propone una ‘Lisbona per l’Emilia-Romagna’, un patto di legislatura tra sindacato, Regione, imprese e banche, finalizzato al raggiungimento di una serie di obiettivi chiari e misurabili.


Tra questi: riduzione dell’Irap alle imprese che contrattano in coerenza con il nuovo accordo del 22 gennaio 2009 e semplificazione amministrativa, ma con più vigilanza circa il rispetto delle norme; esclusione del massimo ribasso dagli appalti pubblici regionali e promozione di quelli ecologicamente e socialmente sostenibili; messa in rete dei laboratori regionali per l’innovazione e costituzione di un laboratorio sulle innovazioni nell’organizzazione del lavoro; costruzione di un sistema intergrato di formazione adeguato ad un mercato del lavoro qualificato; definizione di un patto a sostegno di disoccupati ed inoccupati; coinvolgimento sindacale (e dei sindacati pensionati) su bilancio e welfare regionale.

Piero Ragazzini, segretario generale uscente della Cisl emiliano-romagnola, all’insegna del “dare segnali di fiducia verso il futuro”, ha aperto martedì 21 aprile a Torre Pedrera (Rn) il X° congresso regionale, alla presenza del leader della Cisl Raffaele Bonanni e dei 216 delegati in rappresentanza dei 315.122 iscritti tra i lavoratori ed i pensionati della regione.

“In Emilia-Romagna – ha detto Ragazzini – è necessario fare di più e meglio, per riqualificare il tessuto produttivo scommettendo ancora sulla vocazione manifatturiera della regione e per aumentare la domanda di lavoro qualificato da parte delle imprese, in coerenza con una maggiore qualità dei processi e dei prodotti”.

Cominciando con l’utilizzare al meglio i 600 milioni di euro provenienti dall’accordo con il governo sugli ammortizzatori sociali, che per il sindacalista “vanno spalmati sicuramente su tutti i settori, ma soprattutto sui più deboli: lavoratori delle piccole e medie imprese, dell’artigianato, del commercio, delle cooperative”.

Senza dimenticare di incrementare, con l’uso di risorse aggiuntive, “l’utilizzo dei contratti di solidarietà, che significano lavorare meno, guadagnare meno, ma mantenere saldo il rapporto con il posto di lavoro”.
Circa il nuovo modello contrattuale, la contrattazione regionale di secondo livello ne esce rafforzata. “Per questo –ha affermato il segretario regionale- la Cisl si sta preparando, formando un gruppo di contrattualismi che proveranno ad aprire discussioni positive con le imprese emiliano-romagnole. Consapevole che nel terzo millennio il rapporto tra impresa e lavoro non può che basarsi sulla partecipazione e responsabilità delle parti”.