Avremmo gioco facile nel dire noi del Silp per la Cgil “non partecipiamo alla Festa della Polizia 2009”, ma il senso di appartenenza alla Polizia di Stato, il ricordo dei colleghi caduti in servizio e per tutti coloro che quotidianamente tra mille difficoltà svolgono con abnegazione il proprio lavoro, ci inducono a partecipare, anche se in silenzio.

Perché questo dissenso? Per tanti buoni motivi.
Certamente non per problematiche di tipo economiche (anche se qui avremmo molto da dire), ma le evidenti carenze di risorse, l’esiguità dei mezzi in dotazione, i tagli indiscriminati alla gestione dell’apparato e senza quell’auspicata ristrutturazione che avrebbe permesso di tagliare i famosi rami secchi, sicuramente non ci consegnano un quadro generale per cui dovremmo festeggiare.
Si continua a perseguire la politica dei tagli e con l’invito al sacrificio, considerando la sicurezza non un bene primario di ogni cittadino, ovvero un investimento sul futuro e sul rispetto dei principi di sicurezza e legalità, ma un costo che irrimediabilmente deve essere contenuto.
Ed allora perché non dirlo ai cittadini? Perché non mostrare il vero volto della Polizia, anzi diremmo degli interi corpi delle Forze di Polizia?

La “nostra” e “amata” Polizia è composta da tanti uomini e donne che si sacrificano svolgendo turni di lavoro massacranti, spesso dovendo rinunciare a ferie e riposi, a danno dei propri affetti, per cercare di offrire sempre e comunque quelle risposte e quel sostegno che il cittadino ci chiede.
Una ricercata volontà di produrre sicurezza che si scontra con le scelte miopi ed illogiche perpetrate da apparati governativi ed amministrativi che, invece di agevolare il compito dei Poliziotti lo limita fortemente.
Non è possibile garantire sicurezza senza risorse, senza mezzi, senza uomini, cercando di mettere in mostra il meglio di sè solo nelle grandi occasioni, e questo giorno è uno di quelli, pur sapendo che, a riflettori spenti, la situazione è di gran lunga diversa.
Non amiamo essere considerati vittimisti, ma al tempo stesso siamo fermamente convinti che non possiamo restare indifferenti dinanzi alle condizioni di difficoltà esistenti presso tutti gli uffici della Polizia di Stato modenese.
Quotidianamente ci domandiamo se le nostre Istituzioni, la Politica, si rendano conto delle difficoltà che oggi più di ieri esistono all’interno della Polizia di Stato e che non possono essere più giustificate.
Noi oltre ad essere poliziotti siamo anche cittadini di questa comunità è riteniamo che Modena debba meritare molto di più dalle istituzioni e dalla politica nazionale.
Bisogna dare precise risposte, sia per combattere la criminalità diffusa che crea quello stato di insicurezza tra i cittadini, sia per arginare quegli episodi di macrocriminalità che si sono registrati negli ultimi anni anche nella nostra realtà.
Non vogliamo e non possiamo accettare di essere usati solo per le campagne elettorali o per essere commemorati quando qualche giovane in divisa perde la propria vita per lo Stato Italiano, né tanto meno accettiamo che venga utilizzato il frutto del nostro lavoro per sbandierare eloquenti profili statistici o tracciare deficienze di scelte politiche.
La nostra festa si celebra ogni giorno, ogni qual volta riusciamo a garantire un buon servizio, ogni qual volta riusciamo a trasmettere ai cittadini quel senso di sicurezza dinanzi a situazioni di degrado e di violenza, non facendoli sentire, di conseguenza, soli.
Tra l’altro per un poliziotto non esiste miglior premio per il proprio operato se non quelle attestazioni di riconoscimento che ci giungono quotidianamente dalla popolazione.
Quel riconoscimento, unito all’alto senso del dovere e da una ricercata volontà di una società più giusta, fanno sì che, pur dinanzi alle più gravi difficoltà, il poliziotto continui a svolgere sempre con maggiore dedizione quell’importante ruolo che in questa società deve assolvere.

p.La Segreteria Provinciale
Il Segretario Gen.Prov.le – Roberto Di Biase