Umberto FranciosiRispetto ai dati sull’aumento del lavoro irregolare nel primo semestre 2009 diffusi a mezzo stampa dalla Direzione provinciale del Lavoro di Modena intervengono i sindacalisti del settore edile (Fillea/Cgil) e dell’agroindustria (Flai/Cgil), settori tradizionalmente fra i più interessati da questo fenomeno.

“Non ci stupiscono i dati diffusi dal direttore della Dpl Massi – afferma Umberto Franciosi segretario sindacato agroidustria Flai/Cgil Modena – dasempre la Flai insieme agli altri sindacati di settore è impegnata nella denuncia e nel contrasto del fenomeno”. “Nel settore dell’agricoltura, come anche nella lavorazione delle carni, – prosegue Franciosi – assistiamo ad alti tassi di lavoro nero o “grigio” anche perché le recenti normativeintrodotte nel nostro ordinamento legislativo, aprono ulteriori ed enormivarchi a chi vuole creare profitto a tutti costi”. Ad esempio, con l’introduzione dei voucher in agricoltura, dove con un non meglio quantificato “buono” si può pagare una quantità di lavoro indefinita, omnicomprensiva di tutti gli istituti contrattuali, si è costruito uno strumento dietro al quale si potrà facilmente nascondere lavoro nero e grigio. “Con le modifiche legislative del 2003 sugli appalti di manodopera – aggiunge il sindacalista – si è praticamente dato il via libera alla somministrazione di manodopera, fenomeno che la Flai/Cgil ha denunciato agli organismi di controllo competenti con quasi 50 segnalazioni, ma che non ha ancora trovato adeguati riscontri”. Si tratta di somministrazione di manodopera effettuata da false cooperative, che reclutano quasi esclusivamente lavoratori extracomunitari, “affittati” ad imprese della lavorazione delle carni con dubbie applicazioni contrattuali e elusioni fiscali e contributive. Un fenomenoche sta generando una concorrenza sleale fra imprese e sta mettendo a serio rischio quelle aziende che vogliono stare sul mercato rispettando le leggi.

Anche per Sauro Serri segretario sindacato edili Fillea/Cgil Modena “i dati forniti dalla Dpl sul lavoro sono molto preoccupanti. Nonostante l’introduzione del Durc (documento regolarità contributiva), il lavoro nero continua ad essere la piaga del settore edile”. “Il comparto a Modena – prosegue il sindacalista – ha visto una fase di crescita sostenuta, disorganica, parzialmente incontrollata con una presenza, non marginale, di imprese legate alla criminalità organizzata. La crescita nel 2008 si èfermata e, in questa fase, si sommano gli effetti della crisi generale e della crisi del comparto modenese, con un forte rallentamento del mercato immobiliare, accentuato dalla qualità e quantità del costruito”. “Ovviamente – afferma Serri – in una situazione di crisi dove si accentuano gli aspetti competitivi, aumentano i tentativi delle imprese di comprimere i costi servendosi di lavoro nero”. “Nelle nostre Casse Edili le aziende insolventi sono cresciute negli ultimi 6 mesi dal 7% al 15%, negli uffici del Sindacato sono mediamente triplicati i lavoratori che ci chiedono assistenza perché non pagati e/o non regolarizzati”. Per il Sindacato la lotta al lavoro nero deve fare un salto di qualità. Da tempo la Fillea/Cgil di Modena sollecita un “Patto Etico” tra gli attori del comparto per escludere dagli appalti pubblici e privati le imprese che sono trovate ad utilizzare lavoro nero.