politica1Ai Deputati e Senatori Eletti nella Provincia di Modena.

Non appaia irriguardoso ciò che mi permetto di chiedere a nome dell’ANPI di Modena, che come è noto, è una Associazione di 5.500 aderenti antifascisti e partigiani.

Siamo appena usciti dal pericoloso tentativo di falsificare la storia attraverso una proposta di legge che intendeva parificare ai combattenti per la libertà i repubblichini di Salò, provvedimento ritirato per le proteste suscitate nel Paese e perché antistorico, ora siamo di fronte a due provvedimenti di legge che in modo eclatante ignorano i valori e gli indirizzi contenuti nella nostra Costituzione.

Mi riferisco alle leggi: sulla “sicurezza” e sulle “intercettazioni”.

Nella legge sulla sicurezza si esprime una volontà punitiva verso l’immigrato. L’Istituzione del “reato di clandestinità” punisce indistintamente il delinquente e il neonato, il bravo lavoratore, costretto a lavorare in nero, la badante e il nulla facente. Tutto ciò ha molto il sapore di “leggi speciali” di infausta memoria e già viste in Italia.

Nel d.d.l. sulle “intercettazioni telefoniche” si può, anche in questo caso, individuare un atto contro la libertà di Stampa e informazione e nel contempo un intralcio all’azione delle autorità preposte a perseguire chi delinque.

Sotto il nome di “difesa della vita privata dei cittadini” si frena con le intercettazioni telefoniche la possibilità di individuare responsabilità e colpevoli e si colpiscono i giornalisti. Anche ciò richiama alla mente leggi di antico stampo.

Signori Deputati e Senatori voi rappresentate i cittadini modenesi che, come è noto, hanno tratti caratteristici, da tutti riconosciuti. Sono generosi, ospitali, altruisti, ma gelosi e convinti democratici e strenui difensori della democrazia. Democrazia che per essere tale deve poggiare sui principi Costituzionali.

Queste due provvedimenti non paiono certo in sintonia con questi valori e principi.

Prendo atto On.le Giovanardi che Lei cerca di mettere una toppa, in quanto ha capito cosa succede alle migliaia di famiglie che hanno bisogno di una persona che assista i nonni o i genitori. Permetta però una domanda: perché non è intervenuto, Lei Sottosegretario alla famiglia, a convincere i suoi colleghi a cambiare quel testo? Un testo gravissimo, punitivo verso gli immigrati. Non poteva insistere a respingere l’assurdo principio: immigrato uguale clandestino uguale delinquente?

Signori Deputati e Senatori eletti queste “leggi speciali” vanno subito cambiate o bloccate. Opponetevi. Opponetevi con dignità ad eventuali ricatti con ricorso al voto di fiducia. In discussione non è il governo ma la dignità nazionale, il rispetto della persona e i suoi diritti, il carattere Costituzionale della democrazia italiana.

Distinti saluti.

La Presidente (Aude Pacchioni)